RIMINI – “L’avicoltura italiana si conferma un settore strategico per il Paese che vede produzione, consumi ed export in crescita anche nel 2023 e, soprattutto, si consolida l’autosufficienza con un tasso di autoapprovvigionamento del 106%” Antonio Forlini, presidente di Unaitalia, sintetizza così lo studio di Ismea, presentato al Poultry Forum in corso a Rimini, che fotografa il mondo dela carni bianche e della produzione di uova. Un settore che con 1.218.500 tonnellate di carni avicole e 12 miliardi di uova prodotte vale circa 7,35 miliardi e dà lavoro a oltre 64.000 persone.
Secondo Ismea la crescita dovrebbe continuare anche nel corso del 2024, anche se a ritmi meno sostenuti (+0,9), a causa l’instabilità sul fronte prezzi dell’energia e delle materie prime, a partire dai mangimi, influenzati dalle conseguenze dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Non è un caso, allora, che, Gianluca Bagnara, presidente di Assoavi , lanci l’allarme: “L’orizzonte della seconda metà 2024 e 2025 non è sereno. Le scelte geopolitiche internazionali stanno favorendo l’importazione di uova dall’Ucraina a basso costo e senza il livello di controlli che abbiamo dentro l’Unione Europea”.
Il presente, però, consegna numeri positivi: nel 2023 la produzione di carne avicola in Italia è tornata ad allinearsi ai livelli precedenti, con un incremento del 9,9% sul 2022, anno in cui era scesa al di sotto di quasi il 12% sul 2021, toccando il livello “minimo” degli ultimi dieci anni. L’Italia si posiziona così al quinto posto in Europa con una quota del 10%, in un quadro internazionale che vede anche la produzione europea di carni avicole tornare ad aumentare.
Anche i consumi medi pro-capite sono in crescita, favoriti in parte da lievi ridimensionamenti dei prezzi. Si stima che ogni italiano abbia mangiato in media 21,4 kg di carne avicola nel 2023, quindi ben 1,2 kg in più (+5,9%) rispetto al 2022.Tra le carni, quelle bianche si confermano quindi le più consumate e amate dagli italiani. Diminuisce l’import e cresce l’export migliorando così la bilancia commerciale e il tasso di autoapprovvigionamento che passa dal 102 del 2022 al 106% del 2023.
E le uova? Sono un alimento sempre più apprezzato dagli italiani, che ne consumano in media 215 a testa, pari a oltre 13,6 kg all’anno. Un apprezzamento sempre più diffuso, tanto da registrare un +4,5% del consumo domestico sul 2022. Il tasso di autoapprovvigionamento è del 97%, in crescita di 2 punti percentuali rispetto al 2022. Ancora Forlini: “Per il futuro sarà fondamentale coniugare innovazione e sviluppo con benessere animale, sostenibilità ambientale ed economica, mettendo però sempre al centro l’attenzione al consumatore che ci chiede di garantire un prodotto 100% italiano, eccellente ma anche economicamente accessibile”.