ROMA – “In una situazione nella quale la perdita di terreni agricoli, secondo recenti dati dell’Ispra, sfiora il 70% del consumo totale di suolo in Italia, con quasi 5.000 ettari di terra sottratta nel corso del 2023 alle attività agricole dalla cementificazione, dall’abbandono e dal cambiamento climatico, è fondamentale l’intervento apportato dal governo per limitare l’uso del suolo agricolo per l’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli a terra”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista a proposito dei contenuti del cosiddetto “DL Agricoltura”, che introduce disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura e la cui conversione in legge dovrebbe iniziare a breve al Senato.
“La salvaguardia del suolo, e del suolo agricolo in particolare, è condizione dirimente per tutelare la popolazione dai sempre più frequenti rischi derivanti dal dissesto idrogeologico, legati a doppio filo alle ricadute del climate change, evitando al contempo di incrementare la dipendenza del nostro paese dall’estero per alcune produzioni agroalimentari”, prosegue Battista.
“Proprio per tali ragioni, quello individuato dal governo sull’agrivoltaico è un compromesso di assoluto buon senso, che da una parte tutela il Primario e i suoi terreni e dall’altra dà una concreta spinta alla transizione energetica del Paese, assicurando la fondamentale realizzazione dei progetti finalizzati alla costituzione di Comunità energetiche rinnovabili-CER e di quelli attuativi delle altre misure di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR”, aggiunge il presidente della Copagri.
“Oltre alle evidenti ricadute sulla produzione agricola, infatti, la perdita di suolo agricolo impatta direttamente e significativamente sulla capacità di fornire servizi ecosistemici, quali ad esempio la regolazione del clima, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, il controllo dell’erosione e dei nutrienti, l’assorbimento dell’acqua e la regolazione della sua qualità, la protezione e la mitigazione dei fenomeni idrologici estremi, la riserva genetica o la conservazione della biodiversità”, conclude Battista.