Foraggio disidratato: Aife, finalmente riconosciuto il suo valore, è la scelta per il futuro

ROMA – Mentre quest’anno il nord del nostro Paese non è costretto a fare i conti con la siccità come è invece accaduto lo scorso anno, il sud è alle prese con una crisi idrica drammatica che oltre a mettere in ginocchio le produzioni vegetali, sta causando grandi problemi agli allevatori per la mancanza di foraggio destinato all’alimentazione del bestiame.

“Gli effetti dei cambiamenti climatici sono purtroppo anche questi – afferma il presidente di AIFE/Filiera Italiana Foraggi, Gian Luca Bagnara – E mai come ora il valore del foraggio disidratato negli impianti specializzati assume quel ruolo fondamentale che gli spetta di diritto. Fino a qualche anno fa infatti, il settore della disidratazione era visto con un po’ di scetticismo, soprattutto a causa dell’ingente consumo di energia elettrica. Oggi, praticamente tutti gli impianti sono dotati di una tecnologia innovativa e di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica che con un ridottissimo impatto ambientale garantiscono un prodotto di elevata qualità sia da un punto di vista sanitario che nutrizionale. L’aumento a livello nazionale di superfici destinate alla foraggicoltura e alla coltivazione di erba medica in particolare,  testimonia una tendenza  che AIFE/Filiera Italiana Foraggi registra con soddisfazione e che si traduce anche nell’incremento della richiesta di prodotto disidratato da parte di diversi allevamenti di bovine da  latte che producono per i formaggi Dop. Non solo – puntualizza Bagnara – I nostri associati, proprio a causa della grave siccità che sta affliggendo le regioni meridionali, stanno ricevendo numerose richieste da aziende zootecniche del sud Italia che diversamente non saprebbero come alimentare i loro animali. Il foraggio disidratato proveniente dagli impianti associati ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi garantisce massima qualità nutrizionale, sanità dell’alimento, rispetto dell’ambiente. In una parola: piena sostenibilità”.

“La pioggia caduta fino a oggi nei nostri areali produttivi – spiega Paolo Lodi, produttore e disidratatore di foraggi a Mirabello (Ferrara), associato ad AIFE/Filiera Italiana Foraggi – si aggira intorno ai 400 mm; l’anno scorso, in totale, non avevamo superato i 300 mm. Dati che da soli danno la misura di cosa rappresentano i cambiamenti climatici e di quanto, inevitabilmente, possono condizionare la produzione del foraggio che, per essere di qualità, deve essere disidratato negli impianti sempre più moderni e tecnologicamente innovativi grazie ai quali è assicurata la giusta sanificazione e il valore nutritivo del prodotto.  La mia azienda, come quelle di altri miei colleghi, sta ricevendo diverse richieste da allevamenti del sud Italia che contiamo di soddisfare nonostante la distanza sia un po’ penalizzante a causa dei costi del trasporto. Ciononostante, la qualità del foraggio disidratato prodotto e l’aumento di superfici destinate a questa coltivazione che si aggira intorno al 10%, ci induce a pensare che saremo in grado di soddisfare le richieste. Finalmente la disidratazione dei foraggi sta raccogliendo l’apprezzamento che merita – conclude Paolo Lodi – grazie al suo indiscusso e riconosciuto valore”.

AIFE/Filiera Italiana Foraggi (www.aife.eu) conta una base associativa di circa 30 impianti di trasformazione situati in diverse regioni italiane. Copre circa il 90% della filiera dei foraggi essiccati e disidratati a livello nazionale con una produzione che sfiora 1 milione di tonnellate/anno, il 60% del quale segue la via dell’export. Con l’indotto genera un fatturato di circa 450 milioni di euro/anno e complessivamente dà lavoro a circa 13.500 addetti.

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