Olio d’oliva. Sicolo (COI): Per la Xylella serve Piano europeo non è problema solo pugliese. E rilanciare produzione con varietà italiane

SIENA – Xylella problema europeo e non solo pugliese; e aumentare la produzione italiana di olio extravergine d’oliva grazie alle varietà italiane, senza inseguire modelli super-intensivi e varietà spagnole che non ci appartengono.

Lo ha detto ad agricultura.it Gennaro Sicolo, vicepresidente COI – Consiglio Oleicolo Internazionale (ma anche presidente di Italia Olivicola e presidente Cia Puglia) a margine degli Stati generali dell’olivicoltura nazionale e internazionale, oggi a Siena

“La situazione olivicola italiana è in sofferenza, a causa della xylella – ha detto Sicolo -. Stiamo reagendo, stiamo lavorando bene, con il ministero dell’agricoltura e col sottosegretario La Pietra che sta prendendo a cuore il settore.

L’olivicoltura ha un futuro di mercato nel mondo, perché l’olio extravergine è salutare ed  riconosciuto dalla dieta mediterranea e altre diete. Dobbiamo impegnarci a produrre, però con le nostre varietà: abbiamo oltre 500 varietà, non dobbiamo produrre con varietà spagnole come l’arbequina e l’arbosana, lo dobbiamo fare con le strutture e varietà nostre per rimanere sempre con la qualità che abbiamo. Non fare i super-intensivi, dobbiamo rispettare l’ambiente, magari gli intensivi con le varietà nostre, perché va tutelato il futuro dei terreni e della nostra qualità riconosciuta in tutto il mondo dell’olio italiano.

Domani 29 maggio a Siena si riunisce il 62esimo Comitato Consultivo (AC) del COI

“Al COI – spiega Sicolo – ho già portato la questione della xylella, per fare un progetto a livello internazionale, fare una sintesi con gli esperti di tutti i paesi, per affrontare questo problema che sta mettendo in difficoltà l’olivicoltura italiana ed europea perché anche in altri paesi si sta manifestando la xylella e quindi dobbiamo fare un ragionamento di sistema, non può rimanere solo la Puglia alla ricerca di questo batterio terribile che ha seccato 24 milioni di piante e continua a proliferare. Il lavoro che si deve fare e che porto  al COI è di fare un progetto a livello europeo” ha concluso il vicepresidente COI.

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