PIACENZA – Dall’Emilia-Romagna alla Lombardia, dal Veneto al Friuli, la Confederazione dei bieticoltori-CGBI passa ai fatti. «Comincia la fase di costruzione di 20 nuovi impianti che produrranno a regime 50 milioni di metri cubi all’anno di biometano ottenuto esclusivamente da effluenti zootecnici, sottoprodotti agricoli e agroalimentari.
Lo scopo è favorire lo sviluppo di un sistema produttivo più sostenibile, riducendo l’emissione in atmosfera di 150.000 tonnellate di CO2 l’anno, integrando il reddito degli agricoltori e allevatori coinvolti nel progetto Agri.Bio.Metano, ossia più di 250 aziende agricole che forniranno la biomassa necessaria per l’alimentazione degli impianti in Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Friuli: matrici di origine animale e vegetale da trasformare in energia pulita». Così il presidente CGBI Gabriele Lanfredi oggi al borgo di Rivalta(PC) aprendo i lavori della kermesse annuale che riunisce le associazioni bieticole aderenti alla CGBI, confederazione leader nel comparto agro-energetico italiano con 23 impianti di biogas già realizzati, che da oltre dieci anni è capofila di un progetto biogas unico in Europa – ora convertito al biometano – capace di valorizzare a fini energetici il prodotto dei soci e il sottoprodotto degli zuccherifici (polpe surpressate), garantendo alle aziende agricole e zootecniche una nuova fonte di guadagno.
«In ottica di economia circolare, tutto ritorna alla terra – conclude Lanfredi illustrando gli asset strategici – sostituiremo il 70% del concime chimico con nutrienti organici facilmente assimilabili dalle piante, sfruttando ciò che rimane dal processo di lavorazione del biometano agricolo».
CGBI dà vita a nuove filiere agro-energetiche, distinte tra loro, come quelle avviate con Granarolo e con Fruttagel; tramite la società partner Bio.Methane.Hub aiuta gli agricoltori e allevatori ad aggregarsi in società agricole consortili, si occupa della progettazione e gestione amministrativa degli impianti, garantisce tutte le risorse finanziarie necessarie e le relative fideiussioni bancarie, contribuisce a risolvere le problematiche degli allevatori (le stalle potranno destinare all’impianto tutti gli effluenti zootecnici prodotti attestando, da un lato, la riduzione delle emissioni odorigene, dall’altro l’abbattimento laddove è richiesto di oltre il 50% dell’azoto contenuto nei liquami trattati prima dello spandimento sui terreni aziendali).
«Il lavoro svolto dalla nostra filiera in questi anni ha permesso di rendere il biogas e biometano vettori strategici sia per facilitare lo sviluppo delle rinnovabili in agricoltura sia per favorire la decarbonizzazione del nostro Paese – dice in videocollegamento il presidente del CIB, Piero Gattoni -. L’impegno lungimirante assunto dalle nostre aziende associate sui territori ha creato una rete in grado di reggere gli urti dell’instabilità a cui gli ultimi anni ci hanno abituati. La transizione non è un traguardo quanto un percorso che va fatto insieme. Grazie alle aggregazioni come CGBI si spronano le filiere produttive a investire nella digestione anaerobica e al contempo se ne favorisce la crescita, aiutando il nostro Paese a rendersi resiliente e indipendente energeticamente. Per sviluppare sempre di più queste positive sinergie auspichiamo che resti alta l’attenzione delle istituzioni verso il nostro settore aiutandoci a raggiungere, nei tempi, gli sfidanti obiettivi posti in capo al comparto agricolo».
A sottolineare il ruolo strategico dell’agricoltura nel percorso di transizione energetica è Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura: «Tra le priorità agricole, che stiamo definendo con il governo c’è quella dell’energia rinnovabile, che è già in una fase molto avanzata. Noi agricoltori siamo interpreti straordinari non solo nella produzione di cibo, ma anche nella transizione energetica. Quella di oggi è un’occasione importante che conferma quanto Confagricoltura abbia visto lontano quando, già nel 2007, supportò la cogenerazione da biogas. Oggi siamo capaci di fornire energia elettrica attraverso gli impianti a biogas come anche biometano che può essere usato per i trattori, le automobili e le navi, contribuendo alla mobilità sostenibile, ma anche immesso nella rete gas per altri usi. È questa di oggi una delle infinite declinazioni del settore primario e che ne conferma, ancora una volta l’importanza. L’agricoltura è capace di modellarsi alle esigenze del Paese e dei cittadini, precorrendo i tempi. Un settore importante e centrale in Italia che va apprezzato e messo in risalto quanto merita».
Ha poi preso la parola Simona Caselli, presidente di Granlatte, la cooperativa di allevatori del Gruppo Granarolo: «Siamo consapevoli di avere un ruolo determinante nell’abbattere l’impatto in agricoltura e allevamento. Sul fronte dell’economia circolare Granlatte ha avviato con CGBI il Progetto Biometano di filiera che prevede la costruzione di 10 impianti consortili in 3 anni situati in diverse regioni italiane, che produrranno 30 milioni di metri cubi all’anno di biometano, ovvero l’equivalente di quanto necessario in termini di energia termica negli stabilimenti italiani di Granarolo, 500.000 tonnellate all’anno di fertilizzante naturale (digestato), evitando l’emissione in atmosfera di 60.000 tonnellate di CO2 eq. Ad oggi 5 impianti consortili sono stati avviati: Gran Metano Mantova (formalizzato), Gran Metano Cremona (formalizzato), Gran Metano Brescia (formalizzato), Gran Metano Crema (ufficializzata la partenza a dicembre 2023), Gran Metano Varese (ufficializzata la partenza a dicembre 2023). Fare insieme è un modo per arrivare a un obiettivo comune: andare verso la neutralità carbonica in allevamento».
Un segnale di forte sostegno alle strategie e agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese è arrivato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, candidato alle prossime Elezioni Europee, in video collegamento: «Riforma della Pac e politiche di transizione energetica non devono mettere in contrapposizione lavoro e ambiente. Avanti con la produzione di energia da fonti rinnovabili, bene i progetti biometano di CGBI che creano valore lungo la filiera».
In sala c’è anche Guglielmo Garagnani, ex presidente di ANB, ora candidato alle Elezioni Europee. Nel suo programma un accento ai grandi tempi cari alle aziende agricole cioè «competitività, mercato e ricerca, ma anche indipendenza energetica e transizione agroecologica, con una spinta decisa alla produzione delle rinnovabili in primis il biometano agricolo; da salvare l’obiettivo enunciato dal Green Deal che punta alla valorizzazione del processo di digestione anaerobica, ma occorre modificare tempi e modalità».