ROMA – Preoccupa l’emendamento al Ddl sicurezza su “Misure aventi a oggetto le infiorescenze della canapa e dei prodotti da esse derivati”. Inaccettabile, sia per il richiamo pretestuoso in un disegno di legge più indicato per i blocchi stradali, ma anche per i limiti sulla produzione di un settore da 500 milioni di fatturato su base annua, con 30 mila occupati in tutta Italia. A dirlo è, oggi, Cia-Agricoltori Italiani dando voce ai tanti timori espressi dagli operatori della filiera canapicola industriale del Paese.
Per Cia, infatti, con il Disegno di legge sicurezza rischiano di chiudere migliaia di aziende agricole di un comparto in continua espansione, con tassi di crescita importanti e un forte protagonismo, soprattutto tra l’imprenditoria giovanile. Una realtà che tra agricoltura, trasformazione, commercializzazione e logistica registra numeri importanti in termini di occupazione e volume d’affari, sempre più difficile da quantificare visto il grande potenziale produttivo.
“Siamo di fronte a un emendamento molto penalizzante per gli agricoltori che nel corso degli anni hanno investito in una cultura legale e ad alto valore aggiunto -commenta il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini-. Si rischiano pesanti ricadute su filiere agroindustriali di eccellenza come la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari, l’erboristeria che nulla hanno a che fare con le sostanze stupefacenti”.
A essere sicuramente “stupefacente” per Cia è, infatti, il coinvolgimento di migliaia di imprenditori agricoli in un disegno di legge governativo che si occupa di sicurezza, tra blocchi stradali e castrazione chimica. E come se non bastasse, nel Ddl in questione potrebbero esserci ulteriori restrizioni anche nel vietare il simbolo grafico della pianta di canapa, di fatto bloccando le pubblicità dedicate ai prodotti industriali e artigianali di eccellenza come per la bioedilizia, il tessile e la cosmesi. Ciò al punto da considerare, quindi, promozione di sostanze stupefacenti, il disegno della foglia stilizzata presente sulle camicette, ma anche su dopobarba e bagnoschiuma o sui mattoni di canapa calce per le costruzioni.
Cia è già in allerta. Non a caso, la sua Associazione Florovivaisti Italiani ha aggiunto, recentemente, alle varie sollecitazioni anche la lettera al sottosegretario Patrizio La Pietra, per sottolineare il peso delle ripercussioni economiche e, oltremodo insensate, dell’emendamento al Ddl sicurezza, sulle imprese floricole di produzione della canapa.
Dunque, da parte di Cia l’invito al Governo affinché, più responsabilmente, si arrivi a confronto di merito approfondito sul tema della canapa industriale e insieme a tutte le categorie produttive. L’obiettivo comune dovrebbe restare la valorizzazione di un prodotto che è alla base di filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale.