LUSSEMBURGO – La Supermac’s e la McDonald’s, rispettivamente, una catena di ristorazione rapida irlandese e una americana, sono coinvolte in una controversia riguardante il marchio dell’Unione europea Big Mac.
Lo rende noto del sentenza del Tribunale della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nella causa T-58/23
Tale marchio era stato registrato a favore della McDonald’s nel 1996. Nel 2017 la Supermac’s ha presentato una domanda di decadenza di tale marchio rispetto a taluni prodotti e servizi. Essa riteneva infatti che il marchio non fosse stato oggetto di un uso effettivo per detti prodotti e servizi nell’Unione per un periodo ininterrotto di cinque anni.
L’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) ha parzialmente accolto tale domanda. Esso ha tuttavia confermato la tutela conferita dal marchio contestato alla McDonald’s, in particolare, per gli alimenti a base di carne e di pollame e i panini con carne e con pollo, nonché per servizi forniti o connessi alla gestione di ristoranti e di altri locali o infrastrutture di ristorazione per il consumo e il ‘drive-in’ e per la preparazione di piatti da asporto.
Con la sua sentenza, il Tribunale annulla e riforma parzialmente la decisione dell’EUIPO, limitando così ulteriormente la tutela conferita dal marchio contestato alla McDonald’s. Infatti, il Tribunale dichiara che la McDonald’s non ha dimostrato che il marchio contestato sia stato oggetto di un uso effettivo per quanto riguarda i prodotti ‘panini con pollo’, i prodotti «alimenti a base di pollame» e i servizi «forniti o connessi alla gestione di ristoranti e di altri locali o infrastrutture di ristorazione per il consumo e il “drive-in”; preparazione di piatti da asporto».
Le prove prodotte dalla McDonald’s non forniscono alcuna indicazione sull’entità dell’uso del marchio per tali prodotti e segnatamente per quanto concerne il volume delle vendite, la durata del periodo in cui gli atti di uso sono stati compiuti e la loro frequenza. Pertanto, le prove prese in considerazione dall’EUIPO non consentono di dimostrare l’esistenza di un uso effettivo del marchio contestato per detti prodotti. In più, gli elementi di prova prodotti dalla McDonald’s non consentono di dimostrare che il marchio contestato sia stato utilizzato per i «servizi forniti o connessi alla gestione di ristoranti e di altri locali o infrastrutture di ristorazione per il consumo e il “drive-in”; preparazione di piatti da asporto”.