Pioggia e maltempo, mancano fieno e mais negli allevamenti padovani

PADOVA – Nei 370 allevamenti della provincia di Padova mancano fieno e mais a causa del maltempo. Le continue e intense piogge e le poche giornate di sole hanno causato infatti non solo la perdita della prima semina del mais, destinato in gran parte ai mangimi per gli animali, ma anche quella del primo raccolto di foraggere e prati stabili per la produzione di fieno.

Di conseguenza i costi di produzione sono destinati ad aumentare, dato che gli allevatori dovranno provvedere ad approvvigionamenti di mangimi extra-aziendali, a prezzi molto più alti rispetto a quelli del 2023.

“Il maggengo, cioè il primo taglio di fieno, ormai è andato, a causa di tutta l’acqua caduta in maggio – sottolinea Enrico Piantella, responsabile degli uffici di Cittadella e Piazzola sul Brenta per Confagricoltura Padova -. E, oltre al fatto che il primo taglio è il più importante, si teme anche una scarsa qualità del prossimo raccolto. Per quanto riguarda il mais sia le aziende zootecniche, sia quelle che producono seminativi, non sono riuscite finora a portare a buon fine le semine. Qualcuno sta cercando di farlo adesso, ma per la prossima settimana le previsioni danno ancora piogge e, se così sarà, sarà difficile portare a termine l’obiettivo per la difficoltà di lavorare un terreno inzuppato d’acqua. La maggior parte degli agricoltori ora si sta orientando sulla soia, l’ultima spiaggia per fare seminativo, ma questo porterà ad un surplus del prodotto e quindi ad un deprezzamento, a fronte di costi di produzione più alti rispetto allo scorso anno”.

Gran parte degli allevatori, che per il 75% si trovano nell’Alta Padovana, è costretta a dover acquistare il mais dai commercianti, con aggravio di costi aziendali. Giancarlo Zanon, titolare di un allevamento di oltre 200 vacche da latte a Cittadella, ha appena firmato un contratto per una fornitura da maggio a ottobre: “Il costo è di 2.500 euro in più rispetto al 2023 – riferisce -. Ma non è finita qui. Data la scarsità di prodotto, ci saranno speculazioni e quindi i rincari continueranno. I problemi di reperibilità ci saranno soprattutto con il mais trinciato, che è un prodotto di stagione, mentre per la granella e i proteici si andrà ad acquistare dall’estero. Insomma, sarà un’annata complicata e non è la prima, dato che l’anno scorso molti agricoltori, tra cui il sottoscritto, hanno perso il raccolto a causa della grandine, caduta con le dimensioni di palle da tennis”.

In tutta la provincia la situazione è compromessa dal mese di piovosità anomala. Si calcola che siano oltre 12.000 gli ettari di terreni interessati dagli allagamenti. “Tanto frumento è perso, o sarà di scarsa qualità,  e il mais va riseminato, ma non riusciamo a farlo perché i campi sono fradici d’acqua – chiosa Michele Barbetta, presidente provinciale diConfagricoltura Padova -. Per le foraggere è stato perso tutto il primo raccolto per la produzione di fieno, con peggioramento della qualità. È una situazione pesante per gli agricoltori. Ci aspettiamo indennizzi, ma anche interventi strutturali, a cominciare dalle opere necessarie per evitare il ripetersi di situazioni di emergenza, a cominciare dall’escavo del fiume Fratta Gorzone per assicurare una portata idonea”.

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