Al via il rilancio della pericoltura emiliana. In tre anni crollo del 47% degli ettari

FERRARA – Affollatissimo l’incontro di ieri alla Fondazione Navarra di Ferrara su “Pericoltura tra difficoltà e nuove prospettive”, promosso da UnaPera, Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia Romagna IGP, CSO Italy e Fondazione Navarra, che ha segnato uno spartiacque tra la crisi e il rilancio del settore.

Condotto con competenza e passione dal presidente di CSO Italy Paolo Bruni, l’incontro si è aperto con l’intervento del presidente della Fondazione Navarra Nicola Gherardi Ravalli Modoni, che ha sottolineato l’impegno della Fondazione Navarra nella ricerca e nella sperimentazione e la disponibilità a concorrere al rilancio della pericoltura.

C’è un sistema al lavoro. È quello creato da UNAPera e dal Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia-Romagna IGP per aprire una nuova stagione ad un comparto che negli ultimi cinque anni ha vissuto difficoltà estreme, con perdite produttive e di redditività che hanno avuto conseguenze drammatiche sulle aziende. Un dato tra i tanti che Elisa Macchi, direttore di CSO Italy, ha presentato ieri: in Emilia Romagna, la regione leader della produzione nazionale di pere, tra il 2011 e il 2024 gli ettari in produzione sono crollati da 21.300 a 11.300, – 47%, a causa dell’immane difficoltà a produrre negli ultimi cinque anni. “Nonostante le enormi difficoltà, abbiamo oggi ancora un potenziale che merita di essere difeso: se riusciremo a tornare a produrre come in passato l’Italia oggi è in grado di esprimere un potenziale produttivo di oltre 500.000 tonnellate e l’Emilia Romagna di 300.000 tonnellate. Per questo sono ancora giustificati oltre che necessari tutti i possibili sforzi su questa coltura per ritornare ad essere leader”.

Un messaggio chiaro è emerso da Adriano Aldrovandi, Presidente di Unapera: il sistema ortofrutticolo italiano non può fare a meno della pera, c’è uno zoccolo duro di pericoltori che non molla, c’è al lavoro una ricerca, c’è una squadra, proprio in Emilia-Romagna, che ha messo le basi per il rilancio. “Abbiamo unito le forze e ci siamo messi sulla strada che ci permetterà di contrastare le nuove condizioni climatiche e le loro conseguenze, di fare una produzione con caratteristiche distintive precise e di promuoverla sul mercato in modo corretto” ha sottolineato Aldrovandi, precisando tuttavia che “servono risorse per uscire dalla fase critica e dobbiamo continuare ad insistere perché la pera è un bene di tutti e va aiutata”.

Importante l’intervento di Mauro Grossi, Presidente del Consorzio della Pera di Romagna IGP, che ha puntualizzato le tappe della riorganizzazione del settore per rispondere alla crisi creando le premesse del rilancio. “Abbiamo razionalizzato il settore – ha sottolineando Grossi – ed entro l’anno concluderemo questo percorso. UNAPera, costituita nel 2021, è l’unica AOP monoprodotto riconosciuta a livello europeo ed ha assunto il ruolo di strumento fondamentale di aggregazione produttiva e commerciale, oltre che dello sviluppo della ricerca applicata. Abbiamo fatto dell’IGP il perno delle attività di promozione e il tavolo di consultazione che andrà presto ad incorporare l’OI Pera: con il Consorzio dell’IGP abbiamo raggiunto nel 2023 i 4.000 ettari certificati e cresceremo ancora in modo significativo. Grazie anche all’indispensabile supporto della Regione Emilia Romagna, oggi vantiamo un’organizzazione che forse nessun altro prodotto ortofrutticolo ha, ma ora vanno supportate le aziende affinché la produzione possa ripartire”.

Importantissimo quanto è emerso sul piano della ricerca e della sperimentazione. Stefano Foschi, coordinatore Ricerca e Sperimentazione di UNAPera, ha evidenziato il grande progetto di medio periodo 2025-2030 di Unapera nato dalla condivisione delle necessità e dei bisogni dei Soci di Unapera, che abbraccia la difesa, l’impiantistica, l’irrigazione e il post raccolta. “Abbiamo stabilito una linea tecnica sul pero sia per gli impianti nuovi che per quelli già in essere, al fine di garantire quella produttività che fino ad oggi è mancata”.

Michele Mariani, coordinatore tecnico della Fondazione Navarra, ha sottolineato l’importanza della progettazione dell’impianto di pero: tutte le tecniche colturali possono essere migliorate, ma la progettazione deve essere quella adeguata, includendo l’impollinazione e la gestione delle piante. Mariani ha inoltre specificato per singola varietà la combinazione ideale varietà/portinnesti.

Roberto Della Casa, responsabile comunicazione progetto UNAPERA, ha parlato dell’indispensabile ruolo della comunicazione nel rilancio della pericoltura e delle azioni messe in campo, che hanno coinvolto 25 insegne della distribuzione. Sviluppando l’IGP si è dato alla pera un valore distintivo legato a un territorio e si è puntato sulle caratteristiche nutrizionali e gastronomiche (pera frutto gourmand per eccellenza) per invertire la tendenza di consumo. Notevoli i risultati raggiunti da messaggi che hanno coinvolto distributori e consumatori puntando su un prodotto in crisi ancorché eccellente: “Insieme possiamo salvarla”. Della Casa ha concluso citando Alessandro Baricco “La realtà è fatti più narrazione, ma senza narrazione i fatti non esistono”.

Nelle conclusioni, l’assessore Mammi ha ricordato le tappe del sostegno regionale al comparto e ha sottolineato che cosa la pericoltura significhi per una regione che rappresenta l’80% della produzione nazionale e un patrimonio di competenze “che non ci possiamo permettere di perdere”. Mammi ha confermato la disponibilità del suo assessorato anche con azioni di stimolo nei confronti del governo nazionale chiamato a fare la sua parte.

“Sappiamo oggi quello che manca e sappiamo cosa dobbiamo fare, ma per andare avanti serve un supporto economico-finanziario pubblico per la ricerca e la promozione e per i ristori agli agricoltori”, ha ricordato da parte sua il presidente Bruni chiudendo i lavori.  L’OCM e i PSR regionali restano importanti, ma serve di più per quella che oggi è la partita vera: riprogettare in maniera completa la pericoltura.

Hanno portato il loro contributo anche i rappresentanti delle confederazioni agricole: Coldiretti, con il presidente provinciale Federico Fugaroli, Confagricoltura, con il presidente Francesco Manca e Luca Simoni Direttore CIA di Ferrara.

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