ROMA – “Ci uniamo al grido di dolore e alla rabbia di tutta la comunità indiana di Latina per dire basta all’illegalità che produce sfruttamento, violazioni dei diritti umani e morte. In un paese civile, non può esserci spazio per sedicenti imprenditori agricoli che lucrano sulla vita umana. Per questo, mentre chiediamo un processo immediato ed una condanna esemplare per i responsabili, facciamo appello a tutte le associazioni datoriali a schierarsi dalla nostra parte per condurre congiuntamente una battaglia di civiltà, perché tragedie come quella di Latina non si ripetano mai più.”
Lo dichiarano i segretari generali di Fai, Flai e Uila Onofrio Rota, Giovanni Mininni ed Enrica Mammucari in merito al grave fatto accaduto a Latina in cui ha perso la vita il bracciante indiano Satnam Singh.
“Invitiamo le associazioni agricole ad essere nostre alleate nel promuovere, insieme alla qualità del Made in Italy, la dignità umana di chi quelle produzioni realizza, anche a difesa delle tante aziende oneste che rispettano leggi, contratti e le norme sulla salute e sicurezza dei lavoratori” proseguono i segretari generali. “Purtroppo, questi eventi dimostrano che la legge 199/2016 contro lo sfruttamento e il caporalato e la condizionalità sociale della Pac, pur fondamentali, da sole non sono sufficienti a sconfiggere il fenomeno dell’intermediazione illecita di manodopera e lo sfruttamento di persone, spesso immigrate, che si trovano in una condizione di bisogno.
A chi lavora irregolarmente devono essere garantiti strumenti adeguati di tutela per denunciare i propri aguzzini e per integrarsi in modo trasparente nel nostro paese attraverso il riconoscimento di un percorso di protezione umanitaria” proseguono Rota, Mininni e Mammucari convinti che “servono più forze ispettive, l’istituzione di un fondo di garanzia per le vittime di sfruttamento e percorsi umanitari per favorire l’emersione regolare. Sono ancora molti gli immigrati che, entrati regolarmente in Italia, allo scadere del permesso di soggiorno, continuano a lavorare da irregolari in agricoltura perché i datori di lavoro non trasformano il contratto a tempo indeterminato, situazione che dovrebbe far ripensare al sistema di rilascio dei permessi di soggiorno, anche a fronte di settori produttivi che necessitano di manodopera”.
“Chiediamo, quindi con urgenza la convocazione del tavolo interministeriale avviato nei mesi scorsi dai Ministri dell’agricoltura e del lavoro Francesco Lollobrigida e Marina Calderone per affrontare con misure dirette ed efficaci una situazione che da anni viene denunciata dai Sindacati agricoli e che ormai non è più procrastinabile.”