ROMA – Due miliardi di euro. È questo il “premio di partecipazione” che hanno incassato le imprese agroalimentari che a partire dal 2012 hanno partecipato alle fiere di settore organizzate in Italia.
E non è un caso, allora, che queste imprese con un tasso di crescita quasi doppio rispetto ad aziende simili che hanno deciso di non partecipare alle kermesse, siano diventate la locomotiva che ha trainato la crescita del settore.
Dei 12,1 miliardi in più registrati a partire dal 2012. Infatti, 9,9 miliardi – cioè l’82% – sono stati realizzati da queste imprese.
Il bonus sul fatturato è stato calcolato dai ricercatori di Prometeia che hanno realizzato lo studio in collaborazione con Aefi, l’associazione che raggruppa gli enti che organizzano le manifestazioni. Una performance che potrebbe migliorare allargando la partecipazione alle kermesse internazionali delle piccole e medie imprese. I ricercatori stimano che garantendo l’accesso alle kermesse espositive a 1500 Pmi con una dimensione media di 15,5 milioni, il “bonus di partecipazione” arriverebbe nel 2026 a 1,1 miliardi per una crescita complessiva di 2,5 miliardi.
Ecco perché Maurizio Danese, presidente di Aefi, sottolinea la necessità di “accelerare sul veicolo per l’internazionalizzazione delle nostre principali rassegne”. Dal suo punto di vista, infatti, le stime di crescita si basano sul ruolo centrale che continueranno a giocare le esportazioni rispetto ad un mercato interno poco più che stabile. “La nostra call al settore e al governo – conclude Danese – riguarda possibili aggregazioni tra eventi leader del made in Italy per essere maggiormente presenti all’estero”. Insomma, serve “una piattaforma a regia unica per le fiere tricolori oltreconfine su cui è fondamentale – e si confida imminente – l’adesione del Governo, dei dicasteri coinvolti, a partire dal Mimit, e di agenzie come Ice e Simest”.
Una piattaforma unica che dovrebbe coinvolgere non solo l’agroalimentare – il report analizza il fatturato di 1717 imprese con un giro d’affari di 61,9 miliardi (il 26% del totale) e con una forza lavoro di 95 mila persone (il 6% del totale) ma anche il settore tecnologico e quello dell’edilizia e arredo. Prometeia ha analizzato anche le performance di questo due settori ed elaborato delle stime econometriche.
Il risultato? Il “premio di partecipazione” delle imprese indagate legato all’esperienza fieristica nell’immediato pre-Covid (2012-2019) vale il 6,9% della crescita settoriale, cioè 4,3 miliardi sui 38,7 miliardi complessivi del campione. Secondo i ricercatori “la crescita del fatturato attribuibile alla partecipazione ad eventi fieristici rappresenta il 3,4% dell’incremento complessivo registrato dal totale delle imprese tra il 2012 e il 2019”.