ROMA – “Questo emendamento penalizza fortemente tutti quegli agricoltori che nel corso degli anni hanno investito in una cultura legale e ad alto valore aggiunto. Sarebbero, dunque, pesantissime le ricadute su filiere agroindustriali di eccellenza come la cosmesi, il florovivaismo, gli integratori alimentari, l’erboristeria che nulla hanno a che fare con le sostanze stupefacenti”.
A poche ore dalla ripresa delle votazioni in commissione Affari costituzionali e Giustizia, il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, fa un ultimo appello e ribadisce il suo “no” all’emendamento 13.6 al Ddl Sicurezza, che metterebbe a rischio migliaia di aziende agricole, imponendo limiti inaccettabili alla produzione in un comparto da 500 milioni di fatturato e 30 mila occupati in tutta Italia.
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