Siccità. UCI, la vera sfida dell’agricoltura italiana del futuro

ROMA – In una recente dichiarazione, il Presidente dell’Unione Coltivatori Italiani (UCI), Mario Serpillo, ha evidenziato le molteplici sfide che l’agricoltura italiana sta affrontando nelle diverse regioni del Paese, sottolineando l’importanza di soluzioni mirate per affrontare la crisi idrica che sta mettendo a rischio la produzione agricola nazionale.

“Tra Nord e Sud le soluzioni sono diverse, anche perché diverse sono le categorie di prodotti interessati da questo problema. Al Sud in questo momento si soffre per una grave mancanza d’acqua, dunque per la siccità, mentre al Nord quest’anno si è sofferto e si soffre per troppa acqua – ha affermato il Presidente Serpillo. “Non si sono potute fare alcune semine importanti come il mais che, pur non essendo un prodotto tipico, è un ingrediente fondamentale nella filiera made in Italy che esporta nel mondo prodotti trasformati. Le coltivazioni di mais, grano e altri cereali – prosegue Serpillo – nell’ Italia settentrionale hanno subito pesanti ritardi e riduzioni a causa delle inondazioni primaverili e delle piogge persistenti. Questo non solo compromette la quantità di prodotto disponibile per il mercato interno, ma mette anche a rischio le esportazioni dei prodotti trasformati, che sono una componente chiave del settore agroalimentare italiano.

Al contrario, nel Meridione la siccità continua a minacciare le coltivazioni di frutta, verdura e altre colture sensibili alla scarsità d’acqua. La mancanza di piogge ha portato a una riduzione significativa dei raccolti, causando non solo problemi economici per gli agricoltori, ma anche preoccupazioni per la sicurezza alimentare.”

Per affrontare queste sfide, sempre più drammaticamente stringenti, il Presidente Mario Serpillo ha sottolineato la necessità di recuperare immediatamente i gravi ed annosi ritardi accumulati finora per sviluppare infrastrutture idriche adeguate: “È indispensabile, per allentare la morsa della siccità o contenere le devastazioni delle inondazioni, creare bacini idrici che possano mitigare gli effetti delle variazioni climatiche estreme. Abbiamo bisogno di mettere urgentemente in atto un piano nazionale che ne preveda la costruzione di nuovi ed il miglioramento di quelli esistenti. Questo non solo ci permetterà di gestire meglio le risorse idriche, ma contribuirà ad assicurare anche la stabilità delle produzioni agricole in tutte le regioni d’Italia e la sicurezza alimentare della popolazione.”

Dati recenti confermano la necessità di un intervento immediato: secondo l’Osservatorio Nazionale sui Bacini Idrici, solo il 10% dei bacini attuali è in grado di sopperire alle necessità idriche durante periodi di siccità o piogge intense. Il potenziamento e l’ottimizzazione delle infrastrutture idriche potrebbero incrementare la capacità di stoccaggio del 30%, migliorando significativamente la resilienza del settore agricolo.

“L’Unione Coltivatori Italiani – ribadisce il Presidente, Mario Serpillo – continuerà a lavorare anche in collaborazione con le Istituzioni governative ed amministrative per promuovere politiche e investimenti che possano offrire un futuro sostenibile per l’agricoltura italiana.”

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