BARI – “Con un miliardo di euro di export di prodotti agricoli nel 2023, su 2,5 miliardi totali di export agroalimentare, la Puglia si conferma regione leader. Questo risultato straordinario è il riflesso del nostro impegno costante nella qualità e nell’innovazione. Siamo orgogliosi di vedere come i nostri prodotti siano apprezzati e richiesti in tutto il mondo,” ha dichiarato Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia, a margine del convegno “Il modello Agrifood Puglia per il Made in Italy: evoluzioni e sfide, oltre i confini nazionali”, organizzato oggi a Bari da The European House – Ambrosetti.
“Dal sondaggio TEHA emerge che la frutta e la verdura sono i principali protagonisti delle nostre esportazioni, rappresentando il 22,8% del totale e posizionando la Puglia al secondo posto in Italia e al primo per esportazioni verso la Germania. Questo dato conferma la nostra vocazione agricola e la capacità di competere sui mercati internazionali con prodotti di eccellenza”.
La Puglia – sempre secondo il sondaggio TEHA – si afferma anche come la regione più cerealicola d’Italia, con oltre 1,2 milioni di ettari coltivati a grano duro. “Nonostante le sfide poste dai costi di produzione fluttuanti e dalla siccità persistente, che hanno causato un calo del 6,2% nell’export di cereali nel 2023, siamo riusciti a registrare un notevole incremento nell’export di pasta. L’aumento del 42,6% delle vendite di pasta all’estero nei primi nove mesi del 2022 è un segnale forte della nostra capacità di adattamento e innovazione.
“Questi risultati – conclude Confagricoltura – dimostrano come l’agricoltura pugliese sia un settore dinamico e resiliente, capace di affrontare le sfide globali e di sfruttare le opportunità offerte dai mercati internazionali. Però, non ci portano ad abbassare la guardia sulla forte crisi che attanaglia il settore agricolo regionale, crisi aggravata ultimamente dai mutamenti geopolitici, dalla siccità e dall’aumento dei costi di produzione. Le aziende pugliesi stanno vivendo un periodo di forte recessione che rende sempre più difficile mantenere la sostenibilità economica delle attività”.