Monini premia Mancuso, lo scienziato degli alberi e annuncia la prima raccolta del suo Bosco

SPOLETO (PG) – Il nuovo oliveto da 700 mila piante realizzato da Monini tra Umbria e Toscana è pronto per la prima raccolta che prenderà il via a ottobre.

Ad annunciare il nuovo traguardo del progetto Bosco Monini, lanciato nel 2020 e che prevede di toccare quota un milione di nuovi ulivi entro il 2030, Zefferino Monini, presidente e amministratore delegato dell’azienda, in una cornice speciale: l’assegnazione, nell’ambito del Festival dei Due Mondi di Spoleto, del 15° Premio Monini “Una Finestra sui Due Mondi” allo “scienziato degli alberi” Stefano Mancuso, proprio per il suo impegno ecosostenibile a favore della riforestazione dei nostri territori e delle nostre città. La consegna del riconoscimento ieri mattina a Casa Menotti, Centro di documentazione del Festival curato dalla Fondazione Monini, alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, e della direttrice amministrativa e organizzativa del Festival dei Due Mondi, Paola Macchi, in rappresentanza della direttrice artistica Monique Vaute. Presente anche l’assessora alla transizione ecologica del Comune Agnese Protasi.

Onorato di aver ricevuto questo premio nella casa del fondatore di questo Festival di cui l’Italia dovrebbe essere molto più orgogliosa e di cui la Fondazione Monini si prende cura in modo straordinario” – ha commentato Stefano Mancuso “mi rende felice non solo essere il primo scienziato a riceverlo dopo tanti nomi dell’arte e dello spettacolo, ma anche perché nel nome di questo premio colgo l’invito a far nuovamente dialogare più mondi come arte e scienza, uomo e natura di cui tutti noi facciamo parte”.

“Mai come quest’anno il premio rappresenta, infatti, l’incontro tra due mondi, – ha dichiarato Zefferino Monini.  due visioni di futuro, due impegni concreti verso l’ambiente: quello dello scienziato, grande e appassionato promotore dell’importanza degli alberi negli ecosistemi urbani ed extra-urbani e, molto più modestamente, il nostro, azienda che questa importanza la riconosce da sempre e che oggi, con il progetto Bosco Monini, la sta cercando di mettere in pratica” Stefano Mancuso è una delle voci scientifiche più autorevoli del nostro tempo in difesa dell’ambiente: le sue conoscenze, ma anche le sue straordinarie capacità divulgative, danno un grande contributo alla comprensione da parte del grande pubblico del ruolo cruciale degli alberi per il futuro sostenibile del nostro pianeta. Un messaggio che condividiamo pienamente”.

“L’incontro con il Professor Mancuso, che per il secondo anno consecutivo ha tenuto qui a Spoleto due meravigliose lectio magistralis e con cui è in atto una importante collaborazione, rende particolarmente concreto l’impegno che il Festival di Spoleto ha nei confronti della sostenibilità” – ha commentato Paola Macchi al termine della cerimonia che si è svolta nell’atmosfera che ha definito magica della terrazza di Casa Menotti – “In quest’ottica il Premio Monini di oggi a Stefano Mancuso è più che mai centrato ed esprime molto bene  come convergano principi di responsabilità comuni al Festival e a Monini, che ringrazio per il sostegno che da sempre dà al Festival”.

Bosco Monini

Il progetto, partito nel 2020, rappresenta il cuore della transizione verde dell’azienda, nonché un esempio vincente di agricoltura rigenerativa: l’obiettivo è infatti quello di creare un polmone verde nel Centro Italia capace di combattere l’inquinamento dell’aria – l’olivo è infatti una delle specie arboree più idonea a ridurre la concentrazione di particolato nell’atmosfera – ma anche di contribuire in maniera sostenibile alla produzione di olio extravergine di oliva biologico 100% italiano e di alta qualità.

In appena quattro anni sono stati già piantati oltre 700 mila olivi, di cui a ottobre si raccoglieranno i primi frutti. “Questo perché – ha spiegato Zefferino Monini – abbiamo scelto di investire in un progetto di olivicoltura moderna e sostenibile, con cultivar capaci di adattarsi perfettamente al territorio e al clima e di arrivare a maturazione in tempi più rapidi.  In un paio di anni ci aspettiamo di produrre circa 500 mila litri di olio extravergine biologico 100% italiano”.

Ma il Bosco non è solo olio: “uno degli aspetti cruciali del progetto è legato alla biodiversità e alla rigenerazione della fertilità dei terreni: gli oliveti sono circondati da aree verdi e aree boschive cha rappresentano oasi ecologiche per decine di specie animali. Con LifeGate e l’Università di Bologna abbiamo inoltre avviato un progetto per monitorare lo stato di salute delle api, sentinelle del benessere ambientale. Ad oggi abbiamo ben 10 alveari a Perolla, nella parte toscana del Bosco. E si tratta solo dell’inizio” ha concluso Zefferino Monini.

Informazione pubblicitaria