In Umbria un nuovo modello di raccolta acque. Inaugurato nel ternano un invaso per l’agricoltura

TERNI – “In Germania il Reno non è mai un torrente, in Italia il Po lo è sempre di più”: con questa efficace immagine, Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) torna a ribadire i pericoli di una pedissequa applicazione delle normative ambientali comunitarie in tutta l’Unione Europea, senza declinarle sulle diverse realtà territoriali, ad iniziare dal Deflusso Ecologico fluviale.

“Il rischio – prosegue il DG di ANBI – è lo sconquasso di secolari ecosistemi e delle economie agricole locali.”

Il reiterato grido d’allarme arriva da San Gemini, alle porte di Terni, dove il Consorzio di bonifica Tevere Nera ha inaugurato l’invaso di Valleantica di fronte ai massimi rappresentanti delle Istituzioni e della società civile umbri.

La vasca che rifà, ampliandolo, un pre-esistente manufatto, ha aumentato la capacità da 2.800 a 5.500 metri cubi, prelevando acqua dal fiume Nera (massima derivazione consentita: 250 litri al secondo) e mettendola a disposizione di un comprensorio irriguo di circa 200 ettari attrezzati con contatori elettronici e telecontrollo da remoto.

Presente anche il Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Marco Casini, un ringraziamento è stato rivolto al Ministero di Agricoltura Sovranità Alimentare e Foreste, che ha finanziato l’opera, costata complessivamente oltre un milione di euro.

“Si tratta di un’opera pubblica, che dimostra ciò, che i Consorzi di bonifica fanno tutti i giorni: contrastare le conseguenze della crisi climatica con costanti interventi concreti come lo stoccaggio dell’acqua a servizio del territorio” sottolinea la Direttrice del Consorzio di bonifica Tevere Nera, Carla Pagliari.

“In attesa di planetarie soluzioni di mitigazione, dobbiamo agire sull’adattamento all’estremizzazione degli eventi atmosferici, aumentando la capacità di resilienza delle comunità locali. Se l’84% del made in Italy agroalimentare deriva da terreni irrigui, solo il 30% delle campagne italiane è servito da un’irrigazione strutturata – aggiunge il Presidente dell’ente consorziale, Massimo Manni, annunciando la realizzazione di nuovi bacini anche in altre zone del comprensorio (Orvieto, Viepri, Lugnano in Teverina).

“Cambiamenti climatici e futuro dell’agricoltura sono temi di grande attualità; per questo servono opere indispensabili come gli invasi e la Regione lavora per nuovi investimenti, grazie ad un rodato lavoro di squadra” afferma Donatella Tesei, Presidente di Regione Umbria.

“Sono tre i concetti-chiave del nostro impegno – conclude il Direttore Generale di ANBI, Gargano – Il primo è la visione, che chiediamo anche alla politica: la proposta di Piano Invasi, con 10.000 bacini multifunzionali  da realizzare entro il 2030, va in questa direzione. Il secondo è il modello di sviluppo del sistema Paese, che deve avere al centro il territorio e le sue comunità con ambiente, agricoltura, bellezze ed eccellenze. Infine, c’è la qualità della spesa: i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono stati riconosciuti coerenti al 100% con i cronoprogrammi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; non solo: il 46% dei progetti ritenuti finanziabili dal M.I.T. (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) con il Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza del Settore Idrico è redatto da enti consorziali e possiamo affermare che, entro Giugno 2025, saremo in grado di risparmiare un miliardo di metri cubi d’acqua, grazie a nuove opere, ma soprattutto all’efficientamento delle reti esistenti.”

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