BELLUNO – Perdite di produzione e costi raddoppiati sono il bilancio dei mesi estremamente piovosi che hanno caratterizzato l’inizio dell’estate nel Bellunese. È il mais a pagare maggiormente per il meteo inclemente, con perdite dal 30 al 50%. Salva, per ora, la viticoltura nella zona storica del Feltrino, ma con un esborso eccezionale dovuto ai ripetuti interventi per salvare l’uva da malattie e marciume.
“Siamo ancora in alto mare con le semine e le ultime piogge non hanno aiutato – sottolinea Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno -. Oggi e ieri ha fatto caldo, ma nel fine settimana è prevista altra pioggia e questo ci darà problemi grossi, dai seminativi alle viti. Il mais, in certi appezzamenti, sta ingiallendo e non matura. C’è chi ha seminato tre volte, e questo si traduce non solo in un aumento dei costi di produzione, ma anche nella certezza che recuperare ora sarà molto difficile, soprattutto per il mais da granella destinato all’alimentazione animale. Noi mettiamo già in conto una perdita di mais consistente, dal 30 al 50%. E non dimentichiamo che cinghiali e cervi continuano con le loro escursioni, facendo man bassa dei raccolti. Anche per quanto riguarda il fieno ci sarà una perdita, soprattutto in termini qualitativi”.
Anche i viticoltori sono preoccupati per l’andamento meteo della stagione 2024. “Sui vigneti dell’area storica, da Feltre ad Arsiè, abbiamo dovuto intervenire molto con i sistemi di difesa per non perdere l’uva – riferisce Marco de Bacco, viticoltore di Confagricoltura e presidente del Consorzio Coste del Feltrino -. L’uva, ad oggi, è sana, ma abbiamo dovuto lavorare parecchio, tra grandi difficoltà dato che i vigneti sono sulle rive, con costi raddoppiati. Noi abbiamo la certificazione Sqnpi, che prevede un sistema di produzione integrata con molte limitazioni per quanto riguarda la scelta dei fitosanitari e del numero di trattamenti. Siamo comunque riusciti a rispettare le regole, grazie anche al fatto che le rive sono più esposte al sole e i vigneti si asciugano prima. Inoltre, le varietà autoctone, come Pavana, Bianchetta, Gata e Turca, sono riuscite a difendersi molto bene dalle avversità, sicuramente meglio delle varietà internazionali. Adesso ci auguriamo che inizi a fare caldo per riuscire a portare a casa il prodotto, anche se con il doppio dei costi e di lavoro”.
Già il 2023 non era stato un’annata facile, per i vigneti del Bellunese, a causa delle piogge persistenti e delle grandinate che hanno causato malattie fungine e perdite. Piovosità continue e consistenti, come aveva sottolineato Enzo Guarnieri, vicepresidente di Confagricoltura Belluno e presidente provinciale dei viticoltori dell’associazione agricola, avevano costretto i viticoltori a mettere in atto una difesa impegnativa e costante contro malattie come la peronospera. Nella seconda parte della stagione erano arrivate grandinate a macchia di leopardo, con perdite di produzione pesanti nelle zone colpite. Quest’anno si spera in un finale migliore.