ROMA – “Il mondo Legacoop Agroalimentare, la cooperazione tutta, è impegnata su tutti i fronti per contrastare l’illegalità e per promuovere l’agricoltura giusta. Portiamo avanti da sempre una lotta senza quartiere contro tutte le forme di sfruttamento criminale della manodopera. Ci vogliono attività investigativa, massiccio uso forze dell’ordine e incrocio di banche dati”.
Non ha dubbi Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare, sul ruolo del mondo cooperativo nel contrasto al caporalato e al lavoro illegale. Questo anche alla luce del dl Agricoltura recentemente trasformato in legge dove è prevista, tra l’altro, la creazione di una banca dati inter-operativa tra Inps e Agea al servizio di tutte le istituzioni.
Verifiche sui contratti
Quelle di Legacoop Agroalimentare sono azioni e richieste concrete. «Chiediamo verifiche sulla rappresentanza dei firmatari di tutte quelle forme contrattuali che determinano dumping contrattuale e una azione a livello nazionale per il monitoraggio delle differenze territoriali nelle fiscalizzazioni degli oneri sociali. Oltre ad azioni a livello europeo per il monitoraggio delle differenze tra Paesi nei carichi di fiscalità sul lavoro», continua Maretti. «Altrimenti facciamo dei ragionamenti che ipotizzano dei percorsi di legalità, ma finiscono per far chiudere dei comparti».
Protocollo contro il caporalato
Per favorire la legalità «in questi anni sono state molteplici le iniziative alle quali abbiamo aderito e che abbiamo promosso. Tra queste la sottoscrizione del protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura. Ma c’è anche l’implementazione e la diffusione di strumenti messi in campo quali ad esempio il supporto al potenziamento dei centri per l’impiego e alla diffusione dell’App resto in campo per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di buon lavoro. E anche la promozione di cooperazione a supporto delle lavorazioni in campo garante dell’applicazione dei contratti. A questo si somma, poi, la rete del lavoro agricolo di qualità, rete alla quale molte nostre associate hanno aderito. Ma occorre che nei bandi per i finanziamenti pubblici vadano premiate le imprese che vi aderiscono replicando quanto fatto dalla Regione Emilia Romagna che riconosce un punteggio premiante per la partecipazione ai bandi per le risorse agricole», commenta il presidente di Legacoop Agroalimentare.
Legalità ad ogni costo
L’illegalità si combatte anche con i prezzi. «Se si parla di legalità e di sostenibilità, sociale ed economica, non si può non tenere conto della remunerazione dei soci. Ritengo che sia importante lavorare affinché tutta la filiera, dove il consumatore gioca un ruolo da protagonista, sia sensibilizzata sul tema del giusto prezzo». C’è da tenere conto che «nel mondo agricolo ci sono sacche di illegalità volute, pensate e studiate. Ma anche sacche di illegalità favorite ogni qualvolta ci si approvvigiona nel mercato a prezzi troppo bassi che non consentono la giusta remunerazione del lavoro e delle produzioni agricole. In questi casi si lascia spazio a imprese dove dietro si possono celare frodi alimentari e il non riconoscimento dei diritti del lavoratore. Dove la filiera soffre nella remunerazione del lavoro e dei fattori produttivi si creano possibili ambiti dove si può sviluppare l’illegalità».
Chi rispetta le regole rischia di essere fuori mercato
“Questo rischia di far uscire fuori mercato le imprese che rispettano le regole. Si ha una concorrenza sleale, si gioca una partita con regole diverse che gli onesti non sanno giocare. Su questo la cooperazione è impegnata, nella sensibilizzazione del valore del prodotto agricolo. Per questo le filiere devono valorizzare tutti i soggetti che le costituiscono, con una equa ripartizione del valore tra loro, in grado di rispettare l’ambiente, le risorse naturali, la salvaguardia e la salute dei lavoratori, perseguendo la legalità e la responsabilità sociale d’impresa”.