ROMA – “In attesa di conoscere l’elenco dei componenti della nuova squadra designata a guidare l’esecutivo comunitario, che dovrà ottenere la fiducia del Parlamento Europeo prima di essere formalmente nominata dal Consiglio UE, inviamo i nostri migliori auguri di buon lavoro a Ursula von der Leyen, confermata oggi alla presidenza della Commissione Europea”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista, congratulandosi con la neoconfermata presidente.
“Il futuro della PAC, con particolare riferimento alla sempre più avvertita esigenza di continuare a lavorare sulla semplificazione e sulla sburocratizzazione, così come gli sviluppi del Green Deal e dell’Agenda 2030, senza contare la partita dell’innovazione, degli agrofarmaci e i tanti dossier ‘agricoli’ rimasti sul tavolo, saranno solo alcuni dei rilevanti temi sui quali sarà chiamato a esprimersi il nuovo esecutivo comunitario e dai quali passerà buona parte del futuro del primario dell’UE”, osserva il presidente della Copagri.
“Prendiamo quindi atto con soddisfazione – prosegue Battista – della grande attenzione riservata all’agricoltura nel discorso pronunciato dalla neopresidente al Parlamento UE, nel quale ha asserito di voler lavorare per una ‘nuova strategia’ per il primario comunitario che preveda un ‘reddito equo e giusto’ per tutti i produttori agricoli e che contrasti le vendite sottocosto, attraverso un ‘piano per l’agricoltura’ che, come più volte richiesto dalla Copagri, vada a promuovere l’innovazione, l’accesso al credito, la tutela biodiversità, la gestione sostenibile della risorsa idrica e la lotta al climate change”.
“Analogo favore si esprime per l’intenzione annunciata dalla neopresidente di voler sviluppare partenariati sul versante meridionale UE, lavorando per assicurare una ‘attenzione costante’ alla parte mediterranea dell’Europa, anche grazie alla nomina di un commissario apposito e alla redazione di un’agenda sul tema”, aggiunge il presidente della Copagri, facendo proprie le parole del vertice della Commissione Europea, secondo la quale “gli agricoltori segnano il volto dell’Europa e fanno parte della sua storia”.
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