TORINO – “Qui abbiamo visto crescere anche angurie e meloni”.
Geolocalizzando il ‘qui’ si può scoprire che la conversazione sta avvenendo a Torino, nell’orto urbano nato sul tetto del supermercato Lidl di via Bologna, una delle strade che delimita i confini di Barriera di Milano.
Un quartiere alla periferia nord del capoluogo piemontese che ancora sta pagando gli effetti sociali della deindustrializzazione iniziata a metà degli anni Ottanta del secolo scorso. In quegli anni, a qualche centinaio di metri di distanza, Lavazza e Ceat avevano i loro stabilimenti produttivi del caffè e degli pneumatici e, al posto del punto vendita, c’era una fabbrica di allestimenti fieristici.
Adesso sul tetto dell’edificio riqualificato 13 famiglie del quartiere producono ortofrutta di stagione per l’autoconsumo. Ma gli spazi sul tetto “saranno utilizzati anche per attività di formazione e sensibilizzazione di gruppi scolastici e di reinserimento lavorativo, così come sperimentato con successo in altri spazi del quartiere”, raccontano gli attivisti dell’ong Re.Te. Succede cosi che durante l’anno scolastico gli alunni delle primarie della zona frequentano, dal vivo, lezioni di educazione alimentare e osservano la crescita di piante e fiori che hanno seminato negli spazi a loro dedicati.L’orto urbano, insomma, è un “progetto sociale dove più che il raccolto di vegetali e frutta si consolida la comunità e si costruisce una rete sociale più forte che può mettere a disposizione un paracadute in caso di difficoltà”. Si lavora la terra ma, nello stesso tempo, si svolge un’azione di sensibilizzazione sul tema del diritto al cibo e del contrasto allo spreco alimentare e si “educa alla cittadinanza attiva e a guardare con occhio ecologico l’ambiente circostante”.
Per Maurizio Cellini, direttore regionale di Lidl Italia, “questo è un progetto unico nel suo genere perché è l’unico punto vendita al mondo ad avere orti urbani sul tetto e testimonia la nostra volontà di far rate di un progetto di inclusione sociale delle famiglie del quartiere”. Dal suo punto di vista gli orti sono “strumenti di inclusione, integrazione e sostenibilità”.
A proposito di sostenibilità
Lidl ha da poco aperto a Villafranca di Verona il punto vendita più sostenibile finora costruito in Italia. La struttura è completamente autosufficiente dal punto di vista energetico perché dotata di un impianto fotovoltaico da 575.000 kWh/anno – corrispondenti al consumo di oltre 230 abitazioni – in grado di produrre in un anno più energia rispetto al suo fabbisogno.
I materiali di costruzione sono stati scelti nell’ottica di essere poi riutilizzati una volta che il supermercato avrà terminato il suo ciclo di vita. Per questo, la struttura portante è costruita in legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e certificate PEFC evitando di utilizzare 1.650 tonnellate di calcestruzzo, corrispondenti a circa 660 metri cubi.
Il rivestimento impermeabilizzante sul tetto è composto al 60% da polimero riciclato, per un totale di oltre 2,5 tonnellate di plastica recuperata. Anche le panchine e le fioriere che arredano l’esterno sono realizzate con il 100% di plastica riciclata. Il punto vendita dispone di un sistema di recupero dell’acqua piovana per uso irriguo che impiega cisterne sotterranee di raccolta che alimentano il sistema di irrigazione dell’area verde consentendo una riduzione del 65% del prelievo da rete idrica. E’ stata anche piantumata un’area di circa 650 metri quadrati con lavanda e altre specie arboree che, con la loro fioritura prolungata, costituiscono un ottimo richiamo per le api.