Vino, UIV – Vinitaly: Reazione export (+5,8%), ma picchi in Russia e Giappone destinati a scemare

ROMA – Round favorevole, ma non convincente, delle esportazioni di vino italiano nel primo quadrimestre.

Il rally di aprile – rileva l’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base Istat – traina l’export del vino tricolore in terreno ampiamente positivo nel primo quadrimestre, che chiude con un tendenziale a +5,8% nei volumi e a +7% nei valori (oltre 2,5 miliardi di euro). Ma i dati rilasciati da Istat non bastano a soddisfare appieno i player del settore.

Secondo l’Osservatorio, i fortissimi rialzi degli ordini dalla Federazione Russa e dal Giappone – protagonisti del 60% dell’incremento complessivo dell’export – sono però destinati a sgonfiarsi nella seconda parte dell’anno. Da una parte, infatti, il risultato russo è fortemente condizionato da una domanda che nel quadrimestre ha registrato una vera e propria corsa alle scorte di vino e spumante (volumi a +120,5%) in vista dell’aumento delle accise, in vigore dal 1° maggio, con maggiorazioni delle aliquote fino al 243%.

In Giappone (+36% volume) si riscontra invece un forte quanto inusuale aumento degli ordini di vino e agroalimentare proveniente da tutta Europa, con ogni probabilità legato anche all’entrata in vigore ad aprile della annunciata legge di riforma dell’autotrasporto merci, che ha imposto un abbassamento della durata massima delle ore di lavoro di camionisti e corrieri, tra le più alte al mondo. Questo fattore da inizio anno ha causato “stress da approvvigionamento” a tutti i livelli della logistica, come verificatosi nel 2021/22 in tutto il mondo a seguito della crisi dei container.

Oltre a ciò, è da comprendere il forte disallineamento in Germania: nel pari periodo il dato export sale a +0,4%, mentre alle dogane tedesche l’indicatore import scende a -12%, con un gap di 25 milioni di litri. Un fattore che non si riscontra per il nostro competitor principale sul lato sfusi, la Spagna, che vede crescite allineate export/import del 20% circa.

Un aprile – che si confronta con il precedente, il peggiore degli ultimi 5 anni – tuttavia positivo e di forte reazione in diverse piazze strategiche. Rispetto al saldo trimestrale, secondo Istat gli Stati Uniti e la Germania guadagnano 3 punti percentuali e si riposizionano in terreno positivo (volumi rispettivamente +2,6% e +0,4%), il Regno Unito è autore di un nuovo scatto (+12%), la Svizzera recupera da -6% a -1% e fa bene anche il Canada (+5%). Sempre rispetto al trimestre, perde 8 punti la Cina che chiude i volumi ordinati a +3%.

Informazione pubblicitaria