L’internazionalizzazione di BF nell’intervento dell’AD Federico Vecchioni all’assemblea di Coldiretti

ROMA – DICHIARAZIONE DI FEDERICO VECCHIONI, AD DI BF SPA, DURANTE IL SUO INTERVENTO ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE DI COLDIRETTI A PALAZZO ROSPIGLIOSI.


“Il piano internazionale del Gruppo BF  interessa quattro macroaree geografiche: Africa, Eurasia, America Latina,  Middle  East.

Nei confronti dell’Africa abbiamo conosciuto nella storia tre approcci molto diversi tra loro.

Quello coloniale di sfruttamento delle persone e delle risorse, che purtroppo perdura tuttora.

Quello umanitario di assistenza misericordiosa che allevia le sofferenze (e meno male che esiste) ma che non risolve le cause di queste sofferenze.

Il nostro: fatto di partnership vera e paritaria, di reale e concreta amicizia cementata dal fare e dal reciproco ed equilibrato vantaggio.

Questo approccio è costruito sul nostro patrimonio di competenze professionali e di valori: rispetto e attenzione verso le comunità nelle quali operiamo. Ciò vale per l’Italia e anche per l’Africa.

BF investe nella filiera agroalimentare locale esportando dall’Italia tecnologie, competenze e mezzi tecnici. Ogni risorsa utile, insomma, ma lasciando nelle comunità locali il prodotto generato e le conoscenze trasmesse.

Sulla formazione (tecnica e di business) delle classi dirigenti locali BF investe con particolare dedizione con BF Educational

In sostanza, BF, come richiesto dagli stessi governi, produce e garantisce l’approvvigionamento interno.

BF non esporta prodotti agricoli dai paesi africani.

BF valorizza risorse umane.

BF collabora e collaborerà  nelle comunità locali con le organizzazioni della società civile.

BF genera valore locale.

Un esempio: la produzione sementiera.

L’agricoltura italiana attraverso la rete di BF può esportare prodotti alimentari, può costruire relazioni tecniche e di esperienze in campo agricolo con scambi di professionalità

e manodopera specializzata.

Non esiste tema della concorrenza delle produzioni: basti pensare al 2023 quando abbiamo importato prodotti cereali per il corrispettivo di 4 milioni di ettari. Se anche fosse, e non sarà, la produzione dei 36 mila ettari algerini non ci cambierebbero nulla.

Ricordo in conclusione l’esperienza ormai lontana ma sempre preziosa di Giordano Dell’Amore: formare in Italia o dall’Italia le classi dirigenti locali garantisce un duraturo, proficuo ed equilibrato rapporto di amicizia”.

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