Obbligo assicurazioni mezzi agricoli, Si va verso la proroga a fine anno, ma è Bipartisan in Parlamento la proposta di esclusione

ROMA – L’obbligo assicurativo per i veicoli agricoli situati in aree private torna al centro del dibattito parlamentare. Sono stati depositati in commissione Trasporti in Senato, infatti, cinque emendamenti sull’argomento al disegno di legge sugli “Interventi in materia di sicurezza stradale e delega al Governo per la revisione del Codice della Strada”.

L’obiettivo è posticipare l’obbligo entrato in vigore lo scorso primo luglio, dopo lo slittamento ottenuto con il Dl Milleproroghe, o addirittura escludere i mezzi agricoli dall’obbligo assicurativo qualora non su strada. Un intervento resosi necessario dopo il ritiro degli emendamenti presentati al Dl Agricoltura.

“Ringraziamo i senatori Maria Nocco ed Etelwardo Sigismondidi Fratelli d’Italia che puntano a posticipare l’obbligo a fine anno nonché la senatrice Silvia Fregolent di Italia Viva e i senatori del Partito Democratico Franceschelli, Martella, Giacobbe, Fina, Basso e Irto per gli emendamenti che mirano sia a posticipare il tutto a giugno 2025 sia ad escludere completamente i mezzi agricoli – dichiara Andrea Borio, presidente Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei rivenditori di macchine agricole e da giardinaggio, che ha sollevato la questione sin dai primi giorni dell’entrata in vigore del Decreto Legislativo sul rischio statico a fine 2023 – Riteniamo queste proposte emendative un importante segnale di attenzione da parte del Parlamento ad una problematica che interessa sia tutti i dealer, ovvero almeno 100mila mezzi tra nuovi e usati, sia tantissimi agricoltori sull’intero territorio nazionale, ovvero oltre un milione di mezzi.

Agli stessi senatori – prosegue Borio – chiediamo di proseguire l’interessamento invitando il Ministero dei Trasporti, da noi più volte sollecitato, a convocare le associazioni agricole e i rivenditori con Ania, l’associazione che raggruppa le imprese assicuratrici, per comprendere come poter adempiere alla nuova disposizione comunitaria, stante l’inesistenza di adeguati e idonei strumenti assicurativi e la presenza di diverse complicazioni di tipo tecnico. Continueremo intanto a cercare una soluzione condivisa – conclude il presidente di Federacma – e cercheremo, a questo punto, anche un intervento dell’IVASS, l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni”.

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