VITERBO – “La transizione verso una agricoltura sempre più tecnologicamente evoluta è un passaggio obbligato per le nostre imprese, se si vogliono assicurare rese crescenti in campo nel rispetto dell’ambiente e con input energetici, chimici e idrici sempre più ridotti.
D’altronde i numeri parlano chiaro: l’agricoltura 4.0, cresce del 19% nel 2023 rispetto all’anno precedente e vale oltre 2,5 miliardi di euro. In questo quadro, la Ricerca può dare un contributo decisivo, insieme agli stakeholder, fornendo soluzioni e strumenti in grado davvero di cambiare la vita ai nostri agricoltori. Il CREA sta già lavorando in tal senso ed è pronto ad alleanze come quella con l’Università della Tuscia per essere ancora più incisivo sui territori, a partire dalla Regione Lazio”.
Così il presidente del CREA, professor Andrea Rocchi, in occasione del workshop L’impatto della innovazione tecnologica in agricoltura: la ricerca UniTUS e CREA organizzato dal CREA, con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari, e dall’Università degli studi della Tuscia in corso oggi giovedì 25 luglio.
L’agricoltura 4.0. parliamo di sistemi di monitoraggio satellitare, droni per la mappature dei terreni attraverso sistemi GIS, sensori in grado di registrare dati meteo e di fabbisogno idrico, strumenti di previsione per le stime (fabbisogni di fertilizzanti o di prodotti fitosanitari, modelli fenologici e sviluppo di fitopatie), strumenti di supporto alle decisioni (DSS) e modelli predittivi. Ma anche, tecnologia a rateo variabile, sistemi di guida assistita e automatica per le macchine agricole (con GPS), strumenti di gestione e diagnostica da remoto delle macchine o sistemi per la tracciabilità del ciclo di vita del prodotto (blockchain, telemetria). Solo per citare alcuni esempi fra i più diffusi. Sono tutte tecnologie all’avanguardia, sviluppate per migliorare le prestazioni produttive e ambientali delle aziende, minimizzando gli impatti negativi ed elevando gli standard qualitativi dei prodotti agricoli.
I vantaggi
Innegabili le ricadute in termini economici con un aumento delle performance (produttività e profitti), reso possibile dall’adozione di decisioni più efficaci in relazione ai contesti. E rilevanti anche i benefici in termini di sostenibilità ambientale, con l’ottimizzazione dell’uso delle risorse, la riduzione degli sprechi e il riutilizzo degli scarti in un’ottica di circolarità. Grazie ai sistemi di automazione e di efficientamento che riducono il carico di lavoro fisico e mentale per gli agricoltori, migliorano anche le condizioni di lavoro e, più in generale, la sicurezza. Non da ultimo, è possibile garantire ai consumatori una maggiore tracciabilità dei prodotti agricoli, attraverso una più capillare trasparenza lungo la catena di approvvigionamento.
Dati significativi
Nel dettaglio, il 9% della superficie agricola viene gestita con tecnologie digitali e oltre il 70% delle aziende agricole ne utilizza almeno una e circa il 40% almeno due. I principali investimenti riguardano macchinari e sistemi di monitoraggio (oltre il 50%), software gestionali (11%), piattaforme di integrazione dati (8%), sistemi di mappatura delle colture (8%) e di supporto alle decisioni (5%) (fonte Osservatorio smart agrifood di Osservatori.Net). Un fenomeno, riconosciuto anche a livello di politiche, al punto che i piani di sviluppo rurale mettono a disposizione oltre 1.7 miliardi di Euro per l’innovazione digitale negli investimenti aziendali (dati PSP 2023-2027).
La ricerca del CREA
Il CREA, con il suo centro di Ingegneria e Trasformazioni agroalimentari, studia e implementa soluzioni tecnologiche innovative per favorire una gestione sostenibile dei sistemi agricoli e forestali e delle filiere agricole, agroalimentari e agroindustriali. I ricercatori sono impegnati in diversi ambiti: dalla agromeccanica high tech (meccanizzazione, automazione, robotica) all’agricoltura digitale (droni, satelliti, applicazioni sensoristiche, sistemi di simulazione e controllo, machine learning, intelligenza artificiale, strumenti di tracciabilità) fino alle tecnologie per le trasformazioni energetiche (biogas, energia termica, energia elettrica, bioprodotti, lubrificanti e carburanti alternativi autoprodotti da rinnovabili e sostenibili) e per la riduzione dell’impatto ambientale (riuso di acque di scarto, telerilevamento a supporto sia di innovazioni colturali a minore impatto energetico sia di interventi di fertilizzazione del terreno).
Grazie al progetto Agridigit, l’importante progetto di ricerca sull’agricoltura digitale – coordinato dal CREA e finanziato dal MASAF – che si concluderà quest’anno, è stata creata una infrastruttura cloud per la gestione di dati e servizi, strumenti di modellazione e l’analisi di scenario integrata, anche previsionale, includendo suolo, emissioni e consumi idrici in rapporto ai cambiamenti climatici.
Trattori e macchine per l’agricoltura di precisione
In questo ambito, in Agrofiliere (sottoprogetto di Agridigit), sono state studiate e sperimentate le tecnologie meccatroniche e digitali più innovative, nonché le applicazioni digitali e la sensoristica di supporto per l’acquisizione di dati, immagini e informazioni sia di prossimità che da remoto. È stato realizzato, inoltre, un simulatore fisico-virtuale per l’agricoltura di precisione, che consente a chi guida di simulare operazioni colturali complesse nell’azienda virtuale ” gemella digitale ” dell’azienda sperimentale della sede CREA di Treviglio. In questo modo, oltre alla formazione in sicurezza degli operatori, è possibile sperimentare i diversi approcci gestionali ed agronomici, in modalità tradizionale o di precisione, valutandone direttamente i benefici.
La ricerca di UNITUS. Digitale Intelligente VERde e SOstenibile sono le parole chiave del progetto D.I.Ver.So, che ha permesso al Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali di confermarsi al primo posto tra i Dipartimenti di Eccellenza del Ministero dell’Università e della Ricerca nell’area delle Scienze Agrarie, Forestali e Veterinarie. Inoltre, Unitus è anche uno degli attori del progetto nazionale Agritech, in cui coordina lo Spoke 5 su Produttività sostenibile e mitigazione dell’impatto ambientale nei sistemi zootecnici ed è presente negli altri spoke impegnando in modo significativo un elevato numero di docenti.
“L’Università della Tuscia – ha dichiarato il Rettore Stefano Ubertini – ha posto da sempre questi temi al centro della formazione dei futuri dottori agronomi e forestali, che dovranno essere in grado di trasmettere ed applicare alle aziende del settore le nuove tecnologie digitali. Da due anni abbiamo avviato a Rieti un corso di Laurea Magistrale in Gestione Digitale dell’Agricoltura e dell’Ambiente Montano e collaboriamo con altri Atenei del centro Italia e con il CREA. In particolare con il CREA vogliamo rendere ancor più sistematiche e strutturali le collaborazioni in essere, perché solo se la ricerca fa sistema riesce a far fronte alle nuove sfide”.