I sistemi irrigui tecnologici che puntano al risparmio virtuoso della risorsa efficientandone l’utilizzo massimizzano la resilienza della coltura ai cambiamenti climatici, ne incrementano la produttività e offrono un prodotto di qualità maggiore per la barbabietola, il cui bacino di coltivazione è vasto oltre 33 mila ettari e si estende tra l’Emilia-Romagna e il Veneto.
Sono i risultati preliminari – studiati da CER e ANBI in sinergia con COPROB – presentati ad Acqua Campus (Budrio, BO) nell’ambito del progetto Focus Acqua, a margine dell’avvio della stagione 2024 per la raccolta della barbabietola da zucchero.
Le ormai ben note condizioni di instabilità idro-climatica, che generano scenari di costante imprevedibilità non solo per l’uomo e gli habitat, ma anche e soprattutto per l’agricoltura, richiedono infatti un cambiamento nella gestione in asciutta di alcune colture, passando ad una gestione irrigua che sia consapevole e al contempo sostenibile: a questo scopo la giornata si è focalizzata sulle innovazioni per l’irrigazione dei seminativi ed in particolare, appunto, della barbabietola da zucchero, attraverso la presentazione dei primi esiti di questa ricerca, frutto di un accordo siglato tra COPROB e CER che prevede lo sviluppo di un progetto triennale (2023-2025) volto a esaminare nuovi sistemi irrigui per massimizzare la resilienza della coltura ai cambiamenti climatici, incrementandone la produttività qualitativa e quantitativa.
“Questo virtuoso percorso avviato insieme a COPROB per l’ottimizzazione della produzione di una coltura, la barbabietola, tra le più importanti nel campo nazionale e internazionale, credo possa essere motivo di soddisfazione non solo per il CER e COPROB, ma per l’intera filiera – osserva il presidente del Canale Emiliano Romagnolo, Nicola Dalmonte –. I primi esiti di questi studi infatti confermano una prospettiva futura positiva, una risposta efficace agli effetti devastanti dei cambiamenti climatici e una efficace azione di adattamento del mondo agricolo a tutela dell’attività dell’agricoltore”.
Tra le soluzioni prese in esame, oltre all’implementazione di IRRIFRAME (sistema di consiglio irriguo di ANBI con il coordinamento tecnico-agronomico del CER), vi sono anche nuove tecniche di pacciamatura (che consiste nella copertura del terreno con uno strato di materiale, al fine di impedire la crescita delle malerbe, mantenere l’umidità nel suolo, proteggerlo dagli agenti esterni), microirrigazione (sistema di irrigazione intelligente a goccia localizzata, che ha il vantaggio di apportare ad ogni pianta l’acqua necessaria senza alcuno spreco di risorsa) e fertirrigazione (tecnica che consente la distribuzione dei fertilizzanti insieme all’acqua d’irrigazione), che consentiranno un minor utilizzo di risorse idriche e benefici per la redditività della coltura stessa.
I primi risultati confermano come le prove sperimentali condotte a Budrio nel 2023 e nelle quali è stato utilizzato il modello di bilancio idrico IRRIFRAME mostrino che la resa in radici e saccarosio è aumentata significativamente grazie all’irrigazione intelligente, mentre la produzione di saccarosio ha raggiunto valori massimi di 15 tonnellate per ettaro.
Ulteriormente confortante l’analisi economica, che ha evidenziato come la maggiore marginalità si sia registrata negli estirpi tardivi, con una marginalità di 3.400 euro per ettaro: dunque, la sperimentazione ha dimostrato che la semina a 75 cm in combinazione con l’irrigazione a goccia e la pacciamatura può portare a un risparmio economico e idrico; inoltre, la gestione irrigua di soccorso si è rivelata economicamente vantaggiosa e adattabile alle variabilità climatiche, mostrando una maggiore competitività negli estirpi tardivi.
“I cambiamenti climatici ci impongono di comprendere come efficientare l’uso dell’acqua in agricoltura, per evitare di sprecare anche una sola goccia di questa preziosa risorsa; ma è fondamentale tralasciare la storicità per basarci sui dati tecnici oggettivi che ci dimostrino, in maniera inequivocabile, il beneficio che la coltura può avere da un utilizzo virtuoso della risorsa – sottolinea Luigi Maccaferri, presidente di COPROB Italia Zuccheri –. Il CER è la massima espressione, a livello italiano, di conoscenza sulle tecniche irrigue: da qui l’idea di collaborare insieme all’attuazione di questo programma triennale che sta già portando i primi validi risultati”.
Ora saranno le campagne 2024 e 2025 a confermare i risultati che, comunque, evidenziano la necessità di un cambio di paradigma nella gestione della coltura che ormai non può più prescindere dall’irrigazione.