Al via il tavolo sul Florovivaismo, settore da 3miliardi di euro. Copagri, fondamentale per strategie congiunte

ROMA – “Dopo l’approvazione della legge delega sul florovivaismo, testo ampiamente atteso e caldeggiato dal comparto, è importante lavorare sui provvedimenti legislativi conseguenti, così da costruire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell’utilizzo dei prodotti della filiera”.

Lo ha ribadito la Copagri intervenendo all’odierna riunione preparatoria all’istituzione del Tavolo di filiera del settore florovivaistico, svoltasi al Masaf e presieduta dal Sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra.

“Tali interventi, che non possono prescindere da una sinergia tra i diversi dicasteri interessati, ovvero Ambiente, Salute, Imprese e ovviamente Agricoltura, costituiscono una condizione fondamentale per assicurare la tenuta e lo sviluppo di un comparto di grande rilevanza per il Primario del Paese; un settore che ha saputo reggere l’urto della pandemia e le difficoltà legate agli incrementi delle tariffe energetiche e che offre un contributo non indifferente alla sostenibilità dell’ambiente urbano”, ha osservato la Copagri.

“Per tali ragioni, non possiamo che plaudere all’intenzione del Masaf di procedere con l’istituzione del Tavolo di filiera del settore, nell’ambito del quale andranno concertati tutti gli elementi che andranno a comporre la strategia per il sostegno e la valorizzazione del verde e del florovivaismo, a partire dalla sempre avvertita necessità di continuare a investire nella ricerca, anche e soprattutto per far fronte alle ricadute sempre più evidenti del climate change, quali ad esempio la siccità”, ha suggerito la Copagri.

“Parliamo, infatti, di una filiera che rappresenta oltre il 6% della produzione agricola nazionale, con una superficie coltivata superiore ai 30mila ettari, nella quale insistono oltre 25mila aziende e vengono impiegati circa 100mila lavoratori, per un giro d’affari che supera i 3 miliardi di euro”, ha ricordato la Confederazione, evidenziando che “proprio grazie a tali numeri, il Belpaese rappresenta ben il 15% della produzione UE”.

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