ROMA – “Confeuro intende esprimere il proprio cordoglio e la propria tristezza per quanto è accaduto negli scorsi giorni in terra pontina, dove un uomo di 54 anni, Dalvir Singh, bracciante indiano con regolare contratto a Borgo Piave, è morto mentre lavorava, probabilmente a causa di un malore dovuto al caldo e alla fatica”.
Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.
“Rimanendo in attesa che siano accertate cause e responsabilità specifiche, siamo comunque di fronte a un episodio tragico, allarmante, che segue il dramma di Satnam – deceduto in circostanze che nulla hanno a che vedere con quanto accaduto a Dalvir – e che riaccende ancora una volta i riflettori mediatici sull’annoso e irrisolto problema del caporalato e dello sfruttamento sui luoghi di lavoro.
La situazione, nonostante un primo intervento istituzionale, non è stata per nulla risolta anzi, fatti drammatici come questo, dimostrano che il fenomeno è ancora vivo e pericoloso: un problema endemico, sopratutto all’interno del settore agricolo, che richiederebbe un intervento maggiormente concreto e massiccio da parte del governo nazionale.
A giudizio di Confeuro, infatti, le istituzioni competenti non possono continuare ad operare sulla logica degli interventi spot, ma servono azioni costanti e ad ampio respiro: a partire dalla implementazione dei controlli da parte dell’ispettorato del lavoro. Al contempo, ribadiamo la necessità di un nuovo approccio culturale, che punti alla legalità, alla prevenzione, ai diritti e alla sicurezza sui luoghi di lavoro”.