ALESSANDRIA – Dopo due anni di siccità, quella del 2024 si preannuncia essere davvero un’ottima annata.
Sono queste le prime indicazioni che arrivano dai tecnici di Confagricoltura Alessandria dopo i primi sopralluoghi.
Le abbondanti piogge primaverili ed estive hanno ridato vigore ai vigneti, soprattutto quelli giovani e nelle posizioni più vocate di collina. Il caldo di fine luglio e agosto ha poi consentito una corretta maturazione delle uve che, in generale, presentano acidi pieni.
Questo è il quadro generale in provincia di Alessandria del comparto vitivinicolo dove, salvo eventi estremi repentini, la stagione della vendemmia inizierà verso la fine del mese di agosto con Pinot Nero e Chardonnay per la produzione di Alta Langa, per proseguire con gli aromatici Moscato e Brachetto, seguiti dai bianchi per vini fermi e Dolcetto. Come di consueto, la raccolta si concluderà con Timorasso e i neri.
Da segnalare, tuttavia, che proprio le piogge hanno, in alcuni casi, reso inefficaci i trattamenti antifungini. In modo particolare, per le coltivazioni a regime biologico, si è notato un aumento di casi di Peronospora e altre malattie che potrebbero portare ad una minore resa.
Acquese
Il 2024 sarà ricordata come un’annata di non facile gestione a causa delle numerose piogge. Si sta monitorando il grado di maturazione e controllando gli aromi per stabilire i tempi della raccolta.
Novese
Le vigne che presentano, ad oggi, un buono stato vegetativo grazie alle piogge tardo primaverile ed estive. Le temperature elevate di inizio agosto stanno portato le uve ad un ottimale grado di maturazione.
Casalese
La zona del Casalese, in particolare, è stata colpita da eventi più estremi (vento e grandine) ma senza tuttavia compromettere la maggior parte della produzione che si presenta di buona qualità e, dal punto di vista quantitativo, in linea con quella degli anni scorsi.
Tortonese
Le uve si presentano di ottima qualità con rese discrete. Si è riscontrato in alcuni casi un aumento della presenza di Peronospora, soprattutto nelle aziende biologiche che risultano quelle maggiormente colpite, mentre per le aziende convenzionali che hanno adottato i prodotti sistemici non si segnalano gravi criticità.
Ampliando lo sguardo al mercato globale, gli operatori definiscono il mercato ‘freddo’, con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente a incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite. Nel panorama internazionale Stati Uniti, Regno Unito e Germania (i mercati di riferimento) chiudono il primo semestre con un calo del 4,3%, sebbene l’Italia tenga abbastanza, trainata dai vini frizzanti entra level.
“La crisi del settore è più strutturale che congiunturale – rimarca il direttore di Confagricoltura Alessandria Cristina Bagnasco – In vista delle scadenze internazionali, le FNP di Confagricoltura hanno avanzato alcune proposte. Si auspica ad esempio una PAC più attenta al comparto e che possa favorire la stabilizzazione del mercato con azioni volte alla riduzione dell’offerta e concentrate su un migliore posizionamento sui mercati di sbocco. Proprio perché si tratta di una crisi strutturale, occorrono scelte di grande respiro e che sappiano guardare al medio e lungo periodo”.