ROMA – Con la fine della Primavera Araba, la Tunisia ha esportato in pochi mesi oltre 160 tonnellate di olio di oliva e l’Italia, dopo la Spagna, è il secondo Paese per import di olio tunisino. o rileva l’Ufficio nazionale dell’olio del paese nordafricano (ONH), che evidenzia come “le entrate complessive derivanti dalla vendita all’estero dell’olio di oliva siano aumentate nel periodo dell’80%, raggiungendo 1,2 miliardi di euro”.
In otto mesi (1° novembre 2023 – 30 giugno 2024) l’Italia ha importato dalla Tunisia 46 mila tonnellate di olio di oliva. L L’Italia è il secondo paese importatore dell’olio tunisino, dietro alla Spagna (che ne ha acquistate 52 mila tonnellate), ma è anche la principale destinazione dell’olio biologico con una quota del 50,61%.
Le prospettive di crescita del paese sotto il profilo olivicolo, – le autorità parlano di voler raggiungere presto un milione di tonnellate di olio – lasciano pensare che proprio la Tunisia sia destinata a diventare sempre più un importante bacino di approvvigionamento per il futuro. Anche perché, oltre alla quantità, il paese nordafricano punta ora decisamente anche sulla qualità.
Dall’inizio della campagna, la Tunisia ha esportato 165.205 tonnellate di olio d’oliva, di cui 20.000 tonnellate a marchio standardizzato, pari al 65,5% di tutte le esportazioni alimentari del paese (datteri, pesce e agrumi i gli altri prodotti destinati all’export). L’olio biologico esportato è stato pari a 35 mila tonnellate e, come detto, in questo caso è proprio l’Italia il principale paese importatore.
Le ragioni della costante crescita dei volumi di olio della Tunisia vanno ricercati anche nella situazione geopolitica del paese. Il terrorismo islamico che ha seguito la “primavera araba” ha infatti cacciato i turisti da un giorno all’altro, obbligando il paese a trovare altre fonti per sostenere l’economia nazionale. Ed in questo senso il settore primario e soprattutto l’olio d’oliva, ha registrato una grande crescita. Dal punto di vista produttivo e commerciale la Tunisia, nonostante le sue piccole dimensioni e le avversità climatiche, si attesta su una produzione superiore alle 200 mila tonnellate l’ano che la collocano tra i principali paesi produttori, con ambizioni.
Articolo a cura di www.olivonews.it