VERONA – Buona produzione e prezzi soddisfacenti per le mele estive del Veneto, la cui raccolta è terminata da pochi giorni. Per i frutti del gruppo Gala, che si caratterizzano per il colore della buccia rosso con sfumature di giallo e la croccantezza, la stagione è andata avanti senza particolari intoppi e vede come sempre primeggiare la provincia di Verona, che con 4.025 ettari concentra il 73,4 per cento del totale della superficie in produzione in regione.
“Per le mele estive 2024 possiamo parlare di annata molto buona – sottolinea Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona -. La produzione è stata rispondente alle aspettative sia in termini quantitativi, sia qualitativi. Abbiamo avuto un po’ di preoccupazione per le elevate temperature, che si sono protratte per parecchi giorni con picchi di calore di 36 gradi. Temevamo scottature, o che i frutti non riuscissero a prendere colore. Invece poi, fortunatamente, le mattine e le notti si sono rinfrescate e quindi c’è stato un netto miglioramento sia nella colorazione, sia nella croccantezza ideale. Altri timori sono sorti per la giornata di pioggia intensa che ha tenuto bagnata la frutta fino alla sera, con le conseguenze di crepe sorte intorno al manico. Fortunatamente si è trattato di casi di cracking ridotti e circoscritti”.
Anche il mercato sta rispondendo bene, data la qualità delle mele. “Ad oggi ci propongono prezzi soddisfacenti che dovrebbero durare per tutta la stagione. Pare infatti che quest’anno ci sia un grande interesse per il mercato delle mele, e non solo per quelle estive ma anche per le golden, sia rugginose che a buccia liscia. La raccolta inizierà il 10 settembre e partiamo perciò con grande ottimismo”.
In Veneto la superficie coltivata a melo, secondo i dati 2023 di Veneto Agricoltura, è in calo rispetto al 2022, con la diminuzione registrata sia per quella totale (5.632 ettari, -6,6 per cento), che per quella già in produzione (5.483 ettari, -6,5). Resta la provincia di Verona quella che in regione mantiene il primato, anche se segna un calo del 9 per cento. In avanzata sia Rovigo (440 ettari, +5 per cento) che Venezia (370 ettari, +4,2), mentre restano stabili Padova (405 ettari), Treviso (125 ettari) e Belluno (70 ettari). A perdere più terreno è Vicenza (-16,7 per cento), che arretra a 56 ettari.