SIRACUSA – Fare agricolture in condizioni difficili? Grazie alla meccanizzazione agricola di precisione, grazie all’innovazione, spesso Made in Italy.
Ne ha parlato ai nostri microfoni Davide Gnesini, Responsabile Ufficio Tecnico FederUnacoma, durante il convegno “Territori sconfinati, piccoli poderi e orti urbani: tutte le tecnologie per ‘macro’ e ‘micro’ agricolture” organizzato a Ortigia.
“Possibilità di fare agricoltura anche in aree con caratteristiche particolari, tipo terreni in pendenza o piccole isole, che normalmente non vengono associate al campo agricolo – dice Gnesini -. La meccanizzazione italiana ci permette di raggiungere e coltivare in modo corretto anche queste aree”.
Come ad esempio dove si fa viticoltura eroica: “Le macchine vengono progettate per operare anche in queste aree”.
“Il primo vantaggio – aggiunge il responsabile di Federunacoma – è la possibilità di fare agricoltura in queste aree, l’agricoltura specializzata è quella che da il maggior valore aggiunto anche se in termini di volume e produzione siamo in quantità più basse, quindi non quintali e quantale di grano ma per esempio uva dall’alto pregio che può avere un valore aggiunto maggiore”.
In queste direzione le aziende italiano stanno investendo: “Molto è guidato da sovvenzioni governative – da Pnrr a fondo innovazione e agricoltura 4.0 – tutto questo è un aiuto. Rimane il fatto che per rimanere al passo con i tempi la tecnologia delle macchine agricole non si può lasciare da parte non è più possibile” conclude Gnesini.
Trovare nuove terre coltivabili e difendere quelle che esistono. Sono le due nuove sfide che il mondo si trova davanti entro il 2050, anno in cui – secondo le stime FAO – la popolazione mondiale arriverà a 10 miliardi e serviranno ulteriori 590 milioni di ettari di terreni coltivabili per produrre il cibo necessario.