ROMA – La proposta della Commissione di rinviare l’entrata in vigore del Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) si muove nella giusta direzione e va accolta con favore.
È questa la posizione di Assalzoo (Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici) a seguito del rinvio d’applicazione del regolamento al 2026.
Il nuovo Regolamento, la cui entrata in vigore sarebbe prevista con la fine di quest’anno, cioè a partire dal 30 dicembre 2024, prevede una serie di adempimenti particolarmente stringenti riguardo all’immissione sul mercato dell’Unione Europea di materie prime agricole che non possono provenire da terreni deforestati dopo il 2020, tra le quali è ricompresa anche la soia, una materia prima di valenza strategica per l’industria mangimistica e per tutto l’agroalimentare italiano ed europeo.
In proposito è importante sottolineare che, da tempo, l’industria mangimistica si è attivata per garantire la sostenibilità degli approvvigionamenti in via volontaria. È infatti dal 2015 che sono in vigore le Linee guida per l’approvvigionamento di soia sostenibile adottate da parte della FEFAC (la Federazione europea dei mangimisti a cui aderisce anche Assalzoo). In queste linee guida sono già indicati con chiarezza molti comportamenti cui devono attenersi gli operatori che importano soia.
Le linee guida, oltre a fornire utili indicazioni per l’adempimento degli obblighi normativi, pongono l’attenzione su questioni importanti come la tutela dei lavoratori, la responsabilità ambientale e le buone pratiche agronomiche – nell’ultima modifica del 2023 il parametro facoltativo relativo alla deforestazione è divenuto un parametro essenziale portando le richieste delle linee guida, e conseguentemente di tutti gli schemi che vi si rapportano, al rispetto della normativa sulla deforestazione.
Il rinvio nell’applicazione del Regolamento proposto dalla Commissione è quanto mai necessario perché la normativa oltre a essere estremamente onerosa e complessa nella sua declinazione pratica contiene anche una serie di appesantimenti burocratico-amministrativi che complicano in modo ingiustificato l’operatività delle aziende, senza peraltro offrire maggiori garanzie sul contrasto alla deforestazione. Storture che sarebbe assolutamente opportuno cercare di correggere in questi dodici mesi di rinvio per rendere l’applicazione della norma più efficace ed efficiente.
A tal proposito sarebbe necessario snellire un sistema che oggi prevede, a carico di tutti gli operatori della filiera, una ripetizione di comunicazioni e garanzie che dovrebbero essere limitate solo nei confronti del primo soggetto che immette sul mercato comunitario uno dei prodotti indicati dal regolamento, sollevando in tal modo il resto della filiera dal dover riprodurre inutilmente e onerosamente la stessa certificazione. Un circolo vizioso che rischia non solo di bloccare la circolazione delle merci, ma anche di generare un forte aumento dei costi a danno della filiera e del consumatore finale, senza peraltro offrire maggiori garanzie di sostenibilità.
Allo stesso modo dovrebbero essere previste procedure nettamente più semplificate nel caso di prodotti coltivati all’interno dell’Unione Europea, dove il rischio deforestazione è quasi inesistente, evitando di penalizzare inutilmente i produttori comunitari da sempre sensibili al tema della sostenibilità.
I prossimi dodici mesi devono rappresentare, pertanto, non un semplice rinvio dell’applicazione di una norma, ma l’opportunità per gli operatori di prepararsi al meglio ai nuovi adempimenti e per il legislatore di correggere quelle storture del Regolamento che sono finora emerse, per renderlo davvero utile all’ambiente e al sistema alimentare europeo: questo è l’auspicio di Assalzoo.
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