MILANO – Durante i lavori al Senato per la conversione in legge del DL 113/2024 c.d. DL omnibus è stato introdotto un emendamento, che destina agli allevatori di suini colpiti dalla PSA indennizzi per un importo complessivo di 10 milioni di euro.
Si tratta di una misura lungamente richiesta dalla filiera, che da gennaio 2022 affronta le difficoltà legate alla presenza della Peste Suina Africana sul territorio continentale inizialmente solo tra i cinghiali selvatici ma, più di recente, anche negli allevamenti domestici. La malattia, preme ricordare, non comporta nessun rischio per l’uomo; purtroppo, però non si ha né una cura né un vaccino per gli animali che dunque, in presenza di un focolaio, devono essere abbattuti per evitare la diffusione del virus, fortemente resistente.
“Ben vengano le misure di indennizzo agli operatori della filiera suinicola già duramente provata dalla PSA. – ha commentato Lorenzo Beretta, Presidente di ASSICA – Si tratta di misure che permettono agli operatori di fronteggiare un momento di grossa difficoltà e auspicabilmente di riprendere quanto prima il loro lavoro.”
Va precisato, sul piano tecnico, che questi 10 milioni di euro sono destinati ai soli allevatori, a differenza dei precedenti interventi per danni indiretti (2023 e 2024), per i quali erano stati stanziati fino a 25 milioni di euro a beneficio di tutti gli operatori della filiera: allevatori, macellatori, salumifici e prosciuttifici.
“Quello che sorprende è la mancata attenzione alle fasi successive a valle della filiera suinicola. Mi preme ricordare che anche le aziende industriali del comparto delle carni suine e dei salumi patiscono da oltre 2 anni e mezzo le pesanti conseguenze della PSA, al punto da dover ricorrere in alcuni casi alla cassa integrazione per far fronte al calo dell’operatività aziendale”- ha proseguito il Presidente Beretta.
La costante pressione del costo dei principali fattori di produzione, insieme a nuove accelerazioni nel prezzo della materia prima, a fronte di consumi interni fermi ed un export verso i Paesi Terzi in difficoltà, proprio a causa della PSA, mina la capacità delle aziende di far fronte al perdurare della situazione, rendendola in alcuni casi purtroppo insostenibile.
“Sappiamo che il governo non è indifferente alla filiera – ha continuato Beretta – e siamo certi che non mancheranno concreti e importanti segnali di attenzione più espliciti, con misure di indennizzo ulteriori per tutti gli operatori che hanno subito danni. Meglio ancora sarebbe intervenire con misure in grado di dare sollievo all’intera filiera, aiutando a recuperare redditività in ogni sua fase, dall’allevamento al consumo. Proprio a questo riguardo servono interventi in grado di rilanciare i consumi interni, come ad esempio la riduzione dell’IVA applicata a carni suine e salumi. Una misura di sostegno sociale alla spesa alimentare in grado di ridare ossigeno anche alle aziende della catena produttiva.”
L’incertezza che caratterizza la presenza della PSA sul territorio italiano ed europeo e le previsioni di impatto degli scenari geopolitici sul settore agroalimentare, sembrano rendere sempre più necessaria la costituzione di un fondo pluriennale per le presumibili future necessità di intervento a supporto del comparto, come peraltro da più parti si va chiedendo al governo. I prossimi mesi, con l’entrata nel vivo del dibattito per la Legge di bilancio 2025, potrebbero essere l’occasione giusta per un tale provvedimento, così come per revisioni sulle politiche fiscali a rilancio del settore.
“Bene, dunque, questi fondi stanziati per gli indennizzi, anche se sarebbe stato meglio la loro destinazione per l’intera filiera. Auspichiamo comunque che ben presto non siano più necessari questi interventi straordinari, grazie alle misure di contrasto alla PSA che, come abbiamo più volte ricordato, potranno essere tanto più celeri ed efficaci, quante più risorse avrà a disposizione il Commissario straordinario Giovanni Filippini per attuare le proprie misure” ha concluso il Presidente.