ROMA – Dopo anni di disinteresse e uno sviluppo selvaggio che ha trascurato la natura, forse qualcosa sta cambiando. L’abbandono delle montagne e delle terre agricole ha lasciato spazio a un risveglio improvviso: ora, la sicurezza del territorio contro le alluvioni è una priorità urgente e innegabile.
La natura sta presentando il conto: le frane devastano le montagne e il crollo degli argini in pianura è ormai frequente con gli alvei incapaci di trattenere le piene. La fragilità del nostro territorio è evidente. E allora, cosa fare?
“L’ondata di maltempo che sta colpendo il nord Italia ci ricorda l’urgenza di controllare e mantenere il territorio nelle vallate alpine come in pianura. È necessario pianificare investimenti mirati per mitigare i rischi e servono subito risorse per realizzare le opere indispensabili. Tuttavia, queste politiche sono assenti a livello nazionale”, afferma Aproniano Tassinari, presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI).
La gestione corretta del territorio richiede una serie di interventi a lungo termine nell’assetto agronomico, forestale e idraulico. “Le sistemazioni idraulico-agrarie di pianura, con i tipici campi baulati e le scoline, non si vedono più, eppure erano fondamentali per la gestione delle acque e per evitare i ristagni dannosi alle colture”, prosegue Tassinari. “Mentre il reticolo minore è sistematicamente trascurato, così, quando è devastato dalle piogge intense, spinge enormi quantità d’acqua dalle montagne alle pianure, e anche i piccoli fossi diventano torrenti se non ripuliti da legname e detriti”.
Alcuni progetti sono stati avviati, ma è essenziale proseguire con determinazione, superando le lentezze burocratiche e garantendo le risorse necessarie. “I Contoterzisti”, aggiunge, “dispongono delle attrezzature agricole e industriali e delle competenze per supportare le comunità locali e le istituzioni regionali, sia nella prevenzione che nelle emergenze”.