ROMA – Agosto a due facce per i prezzi del mais: dopo due settimane di sostanziale stabilità sui livelli di fine luglio, a partire dalla terza settimana si è assistito ad un calo, complice il rallentamento della domanda zootecnica, anche per i timori legati all’evolversi della peste suina.
L’andamento nazionale
Nel complesso, i prezzi del mais nazionale ad uso zootecnico sono cresciuti del +1% rispetto a luglio, mantenendosi però più bassi rispetto allo scorso anno (-9%). In avvio di settembre la discesa si è comunque arrestata, risentendo delle preoccupazioni sulla qualità (aflatossine) del raccolto nazionale. Peraltro, le stime della Commissione Europea indicano
per il 2024 un raccolto italiano di 5,3 milioni di tonnellate, invariato rispetto al 2023. A livello continentale, invece, è prevista una leggera flessione (-4% su base annua) a causa del calo consistente atteso in Romania (-31%), Ungheria (-18%) e Bulgaria (-44%), colpite da una prolungata siccità.
Un leggero aumento mensile si è invece registrato ad agosto per le quotazioni dell’orzo nazionale zootecnico (+2,8% rispetto a luglio), in un mercato che ha mostrato
comunque una domanda limitata.
Le prospettive dei prossimi mesi
Mercato che vive una fase di maggiore volatilità dato il precario equilibrio tra una domanda congelata che attende l’evolversi del rischio epidemico e una previsione di offerta combattuta tra le difficoltà produttive europee e le opposte aspettative di abbondanza
in America.