ROMA – I piccoli agricoltori in Africa adottano pratiche diversificate di agricoltura rigenerativa, ma necessitano di un migliore accesso alle tecnologie.
È questa la principale conclusione emersa dalla seconda Tavola rotonda degli agricoltori africani, organizzata in collaborazione con Pontificia Accademia per la Vita, Bayer, Global Farmer Network, World Farmers’ Organization, African Agricultural Technology Foundation (AATF) e Inter-American Institute for Cooperation on Agriculture (IICA).
Gli agricoltori dell’area subsahariana, provenienti da Costa d’Avorio, Lesotho, Mali, Nigeria, Kenya, Ruanda, Sudafrica, Uganda e Zambia, si sono confrontati con i decisori politici internazionali e altri stakeholder chiave sull’importanza di politiche che permettano ai piccoli proprietari terrieri di applicare pratiche agricole rigenerative in modo più ampio e di migliorare la sicurezza alimentare in Africa.
Hanno chiesto ai governi di sviluppare politiche che promuovano un approccio alle soluzioni agricole orientato ai risultati, aperto a tutte le tecnologie e basato su evidenze concrete. Questo, unito a una migliore formazione degli agricoltori e al supporto delle pratiche agricole rigenerative, potrebbe rappresentare un grande passo avanti verso una maggiore produttività, con benefici anche per l’ambiente. Questo obiettivo può essere ottenuto attraverso un insieme diversificato di pratiche e tecnologie che combinano strumenti moderni e tradizionali, adattati alle esigenze specifiche degli agricoltori. E, aspetto ancor più importante, gli agricoltori sottolineano che non esiste una soluzione unica a questo sforzo.
“La stragrande maggioranza del cibo in Africa viene prodotta da piccoli agricoltori. È fondamentale ascoltarli e conoscere le grandi sfide che devono affrontare a causa del cambiamento climatico”, ha dichiarato Debra Mallowah, Responsabile della regione Africa per la divisione Crop Science di Bayer. “Oggi abbiamo sentito quanti agricoltori stanno contribuendo allo sviluppo socio-economico e ambientale della regione subsahariana. Il settore privato, insieme a governi e decisori politici, organizzazioni internazionali, istituti di ricerca e società civile devono sviluppare infrastrutture, creare capacità, condurre ricerche e investire in innovazione per creare un ambiente favorevole affinché quegli agricoltori possano prosperare e, in definitiva apportare benefici a tutti noi”.
Elisha Lewanika, agricoltore dello Zambia, ha sottolineato l’importanza dell’agricoltura rigenerativa e la necessità di tecniche agricole adeguate per migliorare la salute del suolo e la resa delle coltivazioni: “La rotazione delle colture, in particolare l’alternanza tra colture azotofissatrici e cereali, è un metodo efficace per preservare la fertilità del suolo e garantire raccolti sostenibili. La riduzione del dissodamento e di altre forme di perturbazione del suolo ne preserva la struttura, minimizza l’erosione e salvaguarda i microbi presenti nel terreno”.
Per Matente Kethisa del Lesotho, la salute e la conservazione del suolo sono aspetti fondamentali per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico: “Nella mia comunità di Nikito, il suolo rappresenta la base delle attività agricole. Ci concentriamo sulla conservazione e sul miglioramento della sua qualità ricorrendo alla rotazione delle colture, alla pacciamatura, all’agricoltura a lavorazione zero e alla gestione dei nutrienti”.
L’agricoltrice nigeriana Stella Thomas ha concordato e aggiunto: “Mentre i semi ibridi e le varietà a impollinazione aperta sono già disponibili, le colture OGM sono la strada da seguire per noi in Nigeria, soprattutto per affrontare la siccità e le infestazioni di parassiti. Con le colture OGM, gli agricoltori possono usare meno erbicidi e insetticidi, migliorando sia la produttività che la sostenibilità.”
Amadou Sidibe del Mali ha sottolineato i vantaggi della tecnologia delle serre nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico: “Molte zone dell’Africa occidentale sono state interessate da forti precipitazioni e inondazioni, ma le nostre serre sono rimaste intatte. Durante i periodi di siccità, le mie serre utilizzano il 90 percento dell’acqua disponibile in modo estremamente efficiente, rendendole uno strumento molto efficace per la gestione dell’agricoltura in un clima sempre più imprevedibile”.
Nonostante i comprovati benefici di approcci diversi, gli agricoltori hanno evidenziato le difficoltà che incontrano per accedere agli strumenti di cui hanno bisogno per realizzare appieno il potenziale dell’agricoltura rigenerativa. I bassi investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, gli elevati costi iniziali per le tecnologie moderne, l’accesso limitato alle polizze assicurative e di credito, insieme alla carenza di infrastrutture, impediscono a molti piccoli agricoltori di contribuire alla transizione dell’agricoltura verso una maggiore produttività con un ridotto impatto ambientale.
Per promuovere l’agricoltura rigenerativa, gli agricoltori africani stanno esortando i governi a rivedere le politiche, consentendo l’accesso a diverse tecnologie, su misura alle esigenze degli agricoltori. Gli istituti finanziari dovrebbero offrire prestiti agevolati, sovvenzioni e prodotti assicurativi, soprattutto per i piccoli proprietari terrieri, incoraggiando gli investimenti in tecnologie moderne e pratiche sostenibili. Secondo gli agricoltori, è fondamentale potenziare l’istruzione e la formazione attraverso aziende agricole dimostrative, piattaforme digitali e servizi di divulgazione. Inoltre, un aumento degli investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, insieme alla collaborazione tra aziende, agricoltori e istituti di ricerca, è essenziale per sviluppare soluzioni mirate per le diverse regioni e rendere accessibili e convenienti sia le pratiche tradizionali che quelle innovative.
L’agricoltura sostiene oltre il 50 percento della popolazione africana e contribuisce al 35 percento del suo PIL, con picchi fino al 60 percento in alcuni Paesi. Nonostante ciò, l’Africa deve affrontare un aumento delle importazioni di cibo e una persistente insicurezza alimentare, causata dalla bassa produttività, del basso valore aggiunto per lavoratore e pratiche di agricoltura di sussistenza che non raggiungono livelli di efficienza, con una dimensione media delle aziende agricole di 1,3 ettari. Nonostante il continente vanti il 65 percento della terra arabile del mondo, in Africa solo il 10 percento viene utilizzato.
Per Bayer, l’agricoltura rigenerativa rappresenta un modello di produzione basato sui risultati, che ha come obiettivo principale il miglioramento della salute del suolo e il rafforzamento della resilienza. Tra gli altri obiettivi principali, la mitigazione del cambiamento climatico, il mantenimento o il ripristino della biodiversità, la conservazione delle risorse idriche, l’aumento delle rese e il miglioramento del benessere economico e sociale degli agricoltori e delle loro comunità.