AREZZO – Tempo di raccolta delle olive e olivicoltori alle prese con la fatidica percentuale delle rese. Si gioca tutto con quel % la quantità di olio extravergine che porteremo in azienda.
“Le rese sono un po’ il problema di quest’anno, ci sono rese piuttosto basse, che variano da territorio a territorio e da varietà a varietà”.
Ne abbiamo parlato con Giampiero Cresti, esperto di olivicoltura e panel test, ed anche vicepresidente del Consorzio Olio Toscano Igp.
“La resa è quanti kg di olio ottengo da 100 kg di olive – spiega Cresti -. Pur rimanendo la quantità di olio sempre la stessa, ed è quello che avviene dalla fine di ottobre – perché l’olio oltre quella data non aumenta più all’interno dell’oliva – la resa in percentuale cambia in relazione al peso complessivo dell’oliva. Quindi se come in questi giorni piove tanto e ci sono temperature alte (come in Toscana), l’olivo vegeta e riempie l’oliva di acqua; se poi abbiamo giorni di tramontata e tempo più freddo, l’oliva perde umidità e perde peso. Per cui apparentemente l’olio aumenta, ma è solo un’apparenza, perché è il resto del peso dell’oliva che è diminuito non l’olio che è aumentato”.
E sul calo della produzione in Italia?
“L’anno scorso (2023) annata di ottima produzione, e quindi purtroppo l’alternanza è un elemento che conta molto. Mi viene da pensar che anche tutto il problema che ha distrutto l’olivicoltura salentina, è un pezzo di olivicoltura nazionale che ora non c’è più. E’ un fatto che va tenuto presente”.