FIRENZE – La valutazione della sostenibilità dei prodotti di origine animale è orientata all’analisi delle componenti economiche, sociali e ambientali lungo la catena alimentare che va dalla produzione primaria, alla trasformazione, alla commercializzazione e al consumo.
Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione nei confronti di aspetti della sostenibilità sociale che riguardano l’accettabilità delle pratiche agricole e zootecniche, la multifunzionalità (es. erogazione di servizi ecosistemici), la qualità e salubrità dei prodotti. La sostenibilità ambientale delle produzioni animali è fortemente influenzata dall’adozione di buone pratiche aziendali, rispettose del benessere animale e in grado di garantire una piena efficienza produttiva. I dati relativi al contesto nazionale indicano chiaramente un deciso miglioramento dell’impronta ambientale dei sistemi zootecnici negli ultimi decenni, con notevole riduzione delle emissioni di gas serra e di altre sostanze considerate problematiche per l’ambiente.
Nella valutazione delle emissioni di metano da parte dei ruminanti occorre considerare correttamente i tempi di permanenza in atmosfera delle forme di natura biogenica, di gran lunga inferiori rispetto a forme di diversa natura e con un potere di riscaldamento globale negativo, cioè non dannoso per il clima. L’aumento della produttività individuale ha influito positivamente sul miglioramento della efficienza delle produzioni zootecniche.
I risultati conseguiti sono principalmente dovuti al miglioramento genetico degli animali allevati (fenomica, genomica, crossbreeding, ecc.), nutrizione (precision feeding, unifeed, formulazione mangimi, controllo qualità), benessere animale (prevenzione delle malattie, controllo ambientale, densità di allevamento, ecc.), management (precision farming, sensoristica, formazione del personale, ecc.).
Tra le tecnologie disponibili per migliorare l’impronta ambientale degli allevamenti, il miglioramento genetico rappresenta una strategia di medio-lungo termine, capace di apportare modifiche permanenti e cumulabili. Punti essenziali per lo sviluppo di un piano di selezione finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas serra, ed in particolare di metano enterico, sono la definizione di fenotipi che possano essere utilizzati qual obiettivi di selezione, la comprensione della loro architettura genetica, con particolare riferimento alle relazioni con i caratteri produttivi e funzionali e le possibilità offerte dalla selezione genomica. Tale strumento ha avuto un grande impatto sui programmi di miglioramento genetico, in particolare dei bovini da latte, determinando aumenti del progresso genetico dovuti alla riduzione degli intervalli di generazione e all’aumento dell’accuratezza delle valutazioni dei giovani animali e delle femmine. La selezione genomica è efficace, in termini di aumento di accuratezza della valutazione genetica, soprattutto nei caratteri a bassa ereditabilità, quali appunto l’emissione del metano.
I progressi del miglioramento genetico dovranno essere accompagnati da un contemporaneo e efficace progresso nell’alimentazione animale. Ciò potrà essere favorito dai risultati della ricerca scientifica: conoscenza più precisa dei fabbisogni degli animali e del loro microbiota; capacità analitica rapida e precisa degli alimenti; disponibilità di nutrienti specifici (AA, Vitamine, minerali…) e additivi; capacità di calcolo e ottimizzazione delle diete (potenzialità informatiche); disponibilità di sistemi di misura precisi per la produzione e la somministrazione delle razioni.
La rivoluzione dell’”agricoltura digitale” sta influendo in maniera positiva sull’aumento dell’efficienza d’uso delle risorse lungo l’intera filiera produttiva, favorendo una agricoltura rigenerativa e sostenibile. Il settore agroalimentare ha un grande potenziale di automazione. Le tecnologie digitali riducono gli ostacoli informativi all’adozione delle tecnologie agricole, colmando il divario di efficienza. Le innovazioni tecnologiche, come le soluzioni basate sull’Internet delle Cose (IoT), i sistemi avanzati di gestione dei dati, i droni per il monitoraggio degli allevamenti e l’intelligenza artificiale per l’analisi predittiva, possono ottimizzare l’uso dell’acqua e degli alimenti zootecnici, aumentare la precisione nell’applicazione dei trattamenti sanitari, diminuire la necessità di interventi farmacologici e accrescere la produttività degli allevamenti.
Lo sviluppo sostenibile dei sistemi di produzione animale sarà favorevolmente condizionato dall’efficacia dei piani di trasferimento tecnologico, dal completamento della trasformazione digitale, dall’applicazione di biotecnologie e di test genomici, dalla ulteriore diffusione della sensoristica e di sistemi di automazione, dall’impiego di moderni additivi e di vaccini avanzati per contrastare vecchie ed emergenti patologie del bestiame.
di Bruno Ronchi, Giovanni Bittante, Vittorio Dell’Orto, Andrea Formigoni, Nicola Macciotta, Marcello Mele, Giuseppe Pulina, Agostino Sevi