Sostenibilità. Uncai, bene le nuove direttive in merito, ma che siano accompagnate da misure d’aiuto

ROMA – Un recente briefing pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente (Aea), intitolato “Soluzioni per il ripristino degli ecosistemi agricoli in Europa”, evidenzia come l’adozione di pratiche agricole rispettose della biodiversità possa promuovere la sostenibilità e la resilienza nel settore agricolo.

Tra queste pratiche vi sono il ripristino delle praterie, la gestione delle condizioni idrologiche, l’agrosilvicoltura, la paludicoltura, la gestione dei terreni incolti, la rotazione delle colture e la copertura del suolo con residui colturali. È essenziale anche la definizione e il mantenimento delle caratteristiche del paesaggio. “I benefici per la biodiversità e l’ambiente sono chiari. Queste pratiche riducono drasticamente l’uso di agrofarmaci e fertilizzanti, diminuendo l’inquinamento di suolo, acqua e aria”, spiega Aproniano Tassinari, presidente di Uncai. “Ma sono vantaggiose anche per gli agricoltori? E le ambizioni ambientali che vogliamo trasmettere sono dettate dal buon senso?” si interroga Tassinari, aggiungendo che “in molti casi, il bilancio complessivo o i pagamenti mirati sono troppo bassi”.

Il problema principale è conciliare il ripristino degli ecosistemi agricoli con attività che permettano agli agricoltori di generare profitto. Pratiche rigenerative come il riposo dei terreni e l’aumento degli anni di sovescio comportano costi di produzione più elevati e mancati redditi. “Nel documento si parla di coinvolgimento volontario degli agricoltori. No, devono essere coinvolti con programmi di sostegno e riconosciuti per il loro contributo alla qualità dell’ambiente e alla salute umana”, afferma Tassinari.

Per Uncai, è cruciale aumentare gli elementi principali della PAC che incentivano pratiche rispettose della biodiversità, come i regimi ecologici, “ma i pagamenti per la transizione verso sistemi più sostenibili devono essere adeguati” con un sostegno finanziario progressivo e bonus per impegni a lungo termine. È anche fondamentale sostenere la cooperazione tra agricoltori e contoterzisti per l’implementazione su vasta scala di queste pratiche. “L’Italia deve portare avanti un regime innovativo di politica agricola, valorizzando lo storico legame tra aziende agricole e agromeccaniche e tra agromeccanici e comunità rurali. Non si tratta solo di produrre cibo di qualità, ma anche di garantire un ambiente sano”, conclude Tassinari..

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