RIMINI – L’agricoltura italiana sta affrontando oltre 20 emergenze fitosanitarie, aggravate da un contesto normativo sempre più rigido e da cambiamenti climatici sempre più impattanti.
In questo scenario, è urgente sostenere e garantire l’accesso alle soluzioni che è in grado di offrire l’innovazione, strumenti fondamentali per contribuire a sviluppare colture più resilienti agli stress biotici e abiotici. A evidenziarlo è Cibo per la Mente, il coordinamento di 18 associazioni della filiera agroalimentare italiana per l’innovazione in agricoltura, a margine dell’incontro “Emergenze fitosanitarie e innovazione: risposte biotecnologiche nel contesto normativo e climatico” che si è svolto oggi a Rimini a Ecomondo presso lo stand di Confagricoltura.
L’evento ha messo a confronto scienziati, policy maker e agricoltori, con l’obiettivo di promuovere un approccio collaborativo a favore della sostenibilità e della sicurezza alimentare. Al dibattito hanno preso parte il Senatore Bartolomeo Amidei, Membro della Commissione Agricoltura e Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Made in Italy e Innovazione”, Luca Casoli, Direttore dei Consorzi Fitosanitari di Modena e Reggio Emilia – Regione Emilia-Romagna, il Professore Bruno Mezzetti, Ordinario di Biotecnologie in Arboricoltura dell’Università Politecnica delle Marche, e Nicola Gherardi, Componente di Giunta di Confagricoltura e Presidente di Fondazione Navarra.
In apertura dell’incontro, il senatore Amidei ha dichiarato: “il governo e il parlamento stanno dando un contributo importante all’innovazione in agricoltura. Dopo aver consentito la proroga della ricerca in campo sulle tecniche di evoluzione assistita, nell’ultima legge di bilancio è stato inserito un finanziamento di 9 milioni di euro per la ricerca pubblica sulle biotecnologie. Rimane alta l’attenzione anche sulla necessità di difendere le piante dalle malattie attraverso pratiche di agricoltura sostenibile che integrino i diversi mezzi a disposizione con un occhio particolare all’agricoltura rigenerativa e di precisione”.
Secondo Clara Fossato, portavoce di Cibo per la Mente, “le tecniche come la mutagenesi mirata e la cisgenesi permettono di ottenere varietà vegetali che possono affrontare con maggiore efficacia le sfide del cambiamento climatico e ridurre la pressione su risorse vitali come acqua e nutrienti. Ci aspettiamo dunque che il quadro normativo europeo possa essere rivisto e che le procedure di autorizzazione tengano conto del valore aggiunto che questi strumenti possono garantire per la sostenibilità e la qualità delle produzioni. In Italia, la recente estensione della sperimentazione in campo aperto rappresenta un passo avanti, ma rimane urgente un dialogo continuo con le istituzioni europee per assicurare agli agricoltori l’accesso in tempi rapidi a queste tecniche” ha aggiunto Fossato.
Nicola Gherardi ha sottolineato come “l’agricoltura moderna è chiamata ad affrontare sfide sempre più intricate e urgenti legate alla difesa delle piante. Il crescente bisogno di alimenti, accompagnato dalla minaccia costante di parassiti e malattie, ha reso assolutamente cruciale l’utilizzo di metodi e prodotti all’avanguardia per proteggere le colture. La sinergia tra biotecnologie e difesa convenzionale rappresenta uno dei principali driver di innovazione nel settore agricolo. La difesa delle piante non rappresenta solamente un modo per garantire la sopravvivenza delle coltivazioni, ma costituisce un impegno concreto verso la creazione di un sistema alimentare sostenibile e rispettoso dell’ambiente”.
Secondo Luca Casoli, “le avversità fitosanitarie sono sfide con cui gli agricoltori italiani devono fare i conti in misura sempre maggiore, in un contesto in cui sono al tempo stesso chiamati a mantenere le rese e la qualità delle produzioni salvaguardando l’ambiente. In questo sfidante scenario il settore primario non può prescindere dall’innovazione. L’Emilia-Romagna ha impostato una strategia che vede il rafforzamento di programmi consolidati di monitoraggio e indirizzo territoriale, il supporto all’integrazione di pratiche virtuose, l’attuazione di ambiziosi programmi di lotta biologica, complementari a sperimentazione e ricerca in ambito di applicazione di biotecnologie. È proprio grazie a queste ultime, in particolare con le NGTs, si guarda al futuro con l’obbiettivo di sviluppare piante più resistenti alle malattie e agli stress climatici. Solo con l’integrazione di queste tecniche possiamo promuovere un’agricoltura competitiva, che consenta il raggiungimento degli obiettivi del Green Deal europeo in maniera sostenibile per tutti” ha concluso Casoli.
Il professor Bruno Mezzetti ha evidenziato che “per garantire una protezione duratura delle colture non si può prescindere dalla realizzazione di specifici programmi di miglioramento genetico che sfruttano approcci innovativi e biotecnologici, compresa l’applicazione delle NGTs. È fondamentale però dare vita a un’unione tra scienza, agricoltura e politica per affrontare in modo efficiente le emergenze climatiche e sanitarie e per comunicare i benefici che questi strumenti possono garantire ai cittadini. È prioritario quindi sostenere la ricerca attraverso finanziamenti adeguati e favorire la collaborazione tra pubblico e privato. Solo superando questi sbarramenti si può pensare di sfruttare le biotecnologie per trovare soluzioni utili a ridurre l’impatto delle emergenze” ha concluso Mezzetti.