Irritec, 50 anni di innovazione per migliorare produzione e sostenibilità in agricoltura. Nel 2023 irrigazione in 470 mila ettari

BOLOGNA – “Non aspettare la pioggia”. È questo il biglietto da visita con cui Irritec si presenta ai contadini, aziende agricole e consorzi. Non attendere significa ingegnarsi, conoscere il territorio e investire nell’innovazione.

“Noi sappiamo che cosa significhi mancanza d’acqua e per questo abbiamo provato a rimboccarci le maniche. E così, anno dopo anno, partendo dalla Sicilia abbiamo sviluppato tecnologie d’irrigazione che oggi migliorano i raccolti e consentono un significativo risparmio d’acqua in molti paesi del mondo”, spiega Carmelo Giuffrè.

Il fondatore e Ceo di Irritec sintetizza così la storia di un’impresa familiare nata nel 1974 a Capo d’Orlando, in provincia di Messina, che ha chiuso il 2023 sfiorando i 252 milioni di fatturato con 17 sedi sparse in giro per il mondo e una presenza in 120 stati.

Irritec investe ogni anno circa il 2% del fatturato in ricerca e sviluppo e nel corso degli anni ha registrato tanti brevetti.

Il risultato della strategia dell’innovazione continua? “Progetti e tecnologie Irritec permettono un risparmio fino al 50% di acqua e un aumento di produzione dal 20 al 90 per cento. Solo nel 2023 i prodotti Irritec hanno irrigato quasi 470 mila ettari, risparmiando 682 milioni di metri cubi d’acqua e riducendo l’uso di fertilizzanti ed emissioni di CO2”, spiega Giulia Giuffrè, responsabile sostenibilità dell’azienda e dal 2021 SDG Pioneer 2021 del Global Compact delle Nazioni Unite per la gestione sostenibile dell’acqua.

Scarsità d’acqua e crescente domanda alimentare mettono al centro delle scelte politiche ed economiche globali lo sviluppo delle tecnologie per l’irrigazione di precisione. Non è un caso, allora, che Irritec – uno dei leader mondiali del settore – abbia deciso di festeggiare i suoi primi 50 anni presentando ad Eima, la fiera internazionale delle macchine agricole che si è svolta a Bologna, le ultime innovazioni sempre più orientate alla sostenibilità.

Sfida è un sistema smart e IoT finalizzato all’ottimizzazione delle risorse e al miglioramento delle qualità nutritive dei prodotti agricoli. Il Sistema di Fertirrigazione Intelligente per le produzioni agricole biofortificate è dotato di un “Commander”, una centralina di comando intelligente che utilizza dati satellitari e dal campo, sviluppa modelli previsionali e automatizza la fertilizzazione.

L’autoapprendimento degli algoritmi guida le operazioni della centralina con informazioni complete e sempre aggiornate. Secondo l’azienda Sfida, progetto finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e portato avanti anche con il supporto scientifico delle Università Sapienza, Catania e Wageningen, permette un incremento del ferro nel pomodoro fino al 113%, mentre nella carota è stato registrato un aumento di ferro (52%) manganese (26%) e di zinco (94%).

Irritec, con Armonia, ha aperto un nuovo fronte della sostenibilità: il rispetto del paesaggio. Si tratta di un nuovo sistema di irrigazione “progettato per valorizzare la bellezza dei campi e dei giardini armonizzando l’intervento dell’uomo con l’ambiente”, spiega Carmelo Giuffrè. E così il nero delle tubature è stato sostituito con colori che richiamano la corteccia degli alberi o il verde dei prati. Un sistema che si mimetizza con i colori del paesaggio e dei campi dove viene utilizzato riducendo la temperatura delle tubature.

Eima è stata anche l’occasione per fare un bilancio del programma “Green Fields” dedicato allo sviluppo, produzione e gestione dei prodotti di irrigazione lungo tutto il loro ciclo di vita, con “l’obiettivo di limitare le emissioni di CO2 in agricoltura e ridurre l’impatto sull’ambiente”, spiega Giulia Giuffrè. L’azienda ha investito nell’analisi dell’impronta di carbonio dei suoi prodotti e attraverso il protocollo Green Fields promuove anche un servizio di supporto alla raccolta delle ali gocciolanti dismesse dai campi agricoli, per favorire il riciclo e l’utilizzo della materia prima seconda tra gli agricoltori. “Dal 2015 ad oggi – spiega Giulia Giuffrè – sono 883 gli aderenti al progetto di recupero e solo nel 2023 il gruppo Irritec ha utilizzato il 28% di materia prima riciclata riducendo così l’impronta di carbonio di 15.016 tonnellate di CO2”.

Ma che cosa succederà nel futuro prossimo di Irritec?

“Noi – spiega il general manager Francesco Quagliozzi – siamo un’azienda glocal, radicata in Sicilia ma con uno sguardo ed una visione che cercherà di abbracciare tutti i continenti. A Capo d’Orlando è nato un modello replicabile, ad ora ci sono 17 case Irritec in Italia, Algeria, Brasile, Cile, Germania, Marocco, Messico, Perù, Senegal, Spagna e negli Stati Uniti”.

L’azienda, insomma, “ovunque si trovi la sua sede entra in sinergia con quel territorio, cercando di rispondere a esigenze specifiche e traendo insegnamenti utili per innovare i propri prodotti”. Nel corso del 2024 è stata avviata la produzione in Cile e tra il 2025 e il 2026 “partiranno le attività in Nord Africa. La sfida a medio-lungo termine sarà quella di iniziare a produrre anche in Asia”.

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