TRENTO – Il Consorzio Tutela Vini del Trentino ha pubblicato i dati della vendemmia 2024, svolta in un contesto climatico complesso e caratterizzato da condizioni metereologiche imprevedibili.
In particolare, un inverno piovoso seguito da un’estate calda ha inciso sulla quantità e qualità delle uve raccolte, le aziende che fanno capo al Consorzio hanno registrato una riduzione complessiva del raccolto dell’11% rispetto al 2023 per un totale di 1.020.511 quintali di uva raccolta. Tuttavia, nonostante le difficoltà, il bilancio qualitativo risulta positivo.
L’annata 2024 è stata segnata da variazioni climatiche significative che hanno inciso sul ciclo vitale della vite. La stagione è iniziata con un inverno e una primavera insolitamente piovosi, che hanno portato a un’anticipata ripresa vegetativa. Le gelate di aprile hanno colpito alcune aree pianeggianti, causando danni localizzati e allungando la fioritura, soprattutto per il Pinot Grigio, che ha registrato una fertilità tra le più basse nella serie storica. I mesi di maggio e giugno sono stati i più piovosi degli ultimi anni, con accumuli record che hanno portato a sfide per il contenimento delle patologie fungine.
La piovosità ha favorito lo sviluppo della peronospora, ma l’applicazione del disciplinare di produzione integrata ha permesso di contenere i danni. Nei vigneti trattati, le infezioni si sono concentrate prevalentemente sulla giovane vegetazione, mentre i grappoli sono rimasti in buono stato, garantendo una produzione sana. Anche l’oidio è stato contenuto, grazie a interventi di sfogliatura e alla distensione dei grappoli. Nel 2024, un’attenzione speciale è stata dedicata alla flavescenza dorata, con oltre 6.000 ettari monitorati (dal Consorzio e dalle cantine associate, in collaborazione con la Fondazione E. Mach) per limitare la diffusione del patogeno e dell’insetto vettore S. titanus.
Continua anche nel 2024 il percorso di certificazione sostenibile SQNPI, iniziato nel 2016 e che oggi coinvolge 5.303 aziende trentine. Questo sistema, unico in Italia per estensione, rappresenta un traguardo importante nella produzione integrata e attesta un processo produttivo rispettoso dell’ambiente e della salubrità del prodotto.
La vendemmia ha visto una produzione di 790.836 quintali di uve bianche, pari al 77% del totale, mentre le uve nere hanno totalizzato 229.675 quintali (23%), entrambe le categorie mostrano un calo rispetto all’anno precedente, rispettivamente dell’11% e del 9%. Pinot Grigio, Chardonnay e Müller Thurgau continuano a essere le varietà bianche più diffuse, con una quota complessiva superiore al 70%. Teroldego (7% della produzione complessiva, in calo del 2%) e Merlot (5%, in calo del 3%) dominano tra le varietà di uve nere coltivate. Nonostante una produzione quantitativamente ridotta, le uve raccolte sono risultate di buona qualità. Rispetto al 2023, il Pinot grigio registra una produzione di 354.933 quintali con un calo del 14%, lo Chardonnay è in diminuzione del 7%.
L’annata 2024 ha rappresentato un banco di prova per i viticoltori trentini, costretti a fronteggiare sfide climatiche e fitosanitarie di grande impatto. Tuttavia, l’impegno nella gestione integrata e nella certificazione sostenibile ha portato a risultati qualitativi importanti, dimostrando la resilienza del settore.