Materie prime dall’estero. La Pietra: Necessario riattivare i tavoli di filiera. Serve confronto per definire azioni

ROMA – “Non si può più pensare di fare interventi solo nel campo primario ma dobbiamo legarli al concetto di filiera e cioè ciò di cui abbiamo bisogno per produrre.

Questa consapevolezza di supporto alla filiera che oggi abbiamo vuol dire però che quando ci siamo insediati con il ministro Lollobrigida in questo ministero non abbiamo trovato nessun tavolo di filiera attivo. Non c’erano e li stiamo riattivando tutti, perché solo attraverso il confronto con gli attori della filiera possiamo capire quali azioni mettere in campo”.

Lo ha detto il sottosegretario di Stato del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Patrizio La Pietra, intervenendo alla presentazione del secondo report Assalzoo curato da Nomisma sulla Feed Economy a proposito della scarsità di materie prime che l’Italia deve importare dall’estero, anche per la mangimistica.

“Se ci poniamo degli obiettivi e delle strategie riusciremo anche ad ottimizzare investimenti e risorse – ha detto il sottosegretario ricordando come – siamo riusciti a cambiare il passo rispetto alle vecchie politiche europee verso un piano agricolo nazionale vero”.

“Quando abbiamo iniziato il nostro percorso sulla sovranità alimentare era proprio questo il concetto che volevamo esprimere: essere il più possibile indipendenti da situazioni esterne e incontrollabili. Le situazioni internazionali non sempre permettono a questo meccanismo di essere virtuoso e dobbiamo iniziare a mettere in campo politiche che ci rendano autonomi sempre di più, non a caso abbiamo istituito il tavolo sul mais e quello sui cereali”.

“Ci stiamo attivando per rimettere in moto i tavoli di filiera per capire quali sono le esigenze degli attori immettendo anche risorse. Abbiamo investito anche sui contratti di filiera mettendo a disposizione 650 milioni di euro iniziali e poi abbiamo trovato ulteriori 2 miliardi nel Pnrr a fronte delle tante domande ricevute.

Se ragioniamo in termini di filiera – ha concluso la Pietra – quella della mangimistica è assolutamente importante perché significa qualità”.

 

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