MILANO – I tempi lunghi dell’Europa per l’approvazione di nuovi agrofarmaci, rappresentano un ostacolo alla ricerca e innovazione, ma anche alla competitività, oltre che sostenibilità, dell’agricoltura italiana ed europea.
A sottolinearlo ad aricultura.it, in sintesi, è Massimo Scaglia, Amministratore Delegato di Syngenta Italia, in occasione della Giornata mondiale del suolo, che l’azienda ha celebrato a Milano, in occasione della presentazione di “INTERRA Scan”, “una tecnologia che è parte significativa della nostra innovazione e un contributo per un futuro agricolo più sostenibile” (LEGGI) ha sottolineato.
“Syngenta – afferma l’amministratore delegato – è impegnata in questo lavoro continuo, per assicurare un mantenimento delle qualità del suolo, per continuare a produrre con qualità, ma nel rispetto dell’ambiente. E’ essenziale che la produzione agricola non continui a depauperare i suoli che oggi sono sempre più a rischio di mantenere propria qualità e produzione”.
Inoltre “siamo in un momento particolare – ha sottolineato Scaglia – dove incremento popolazione e necessità di avere produzione di cibo che non può avvenire a scapito del terreno, perché la superficie coltivata dovrebbe mantenersi stabile, perché aumentarla significa deforestare e prendere terreni dove invece si vuole mantenere livello adeguato di biodiversità. Di conseguenza migliorare la produzione della singola unità di superficie con una migliore salute del suolo è obiettivo fondamentale, in generale per l’agricoltura e per Syngenta, che vuole contribuire con l’innovazione a questo grande obiettivo”.
Intanto in Italia è stato diminuito l’utilizzo degli agrofarmaci del 14% in 10 anni.
“E’ importante anche la qualità della riduzione degli agrofarmaci, che sono più moderni – spiega -, lasciano meno residui, sono molecole chimiche che hanno un impatto minore nei confronti dell’ambiente. Esistono regole e parametri di valutazione di questi prodotti, sempre più severi, che impongono ad industrie come Syngenta anche uno sforzo per ottenere un’innovazione sempre più mirata a questi obiettivi importanti. Il problema è che l’innovazione costa molti soldi e richiede del tempo; oggi l’Autorità ci chiede di fare questo in tempi estremamente rapidi senza spesso garantire una valutazione veloce dei dossier e dei dati che noi presentiamo a supporto dei nostri prodotti”.
L’innovazione negli agrofarmaci non si concilia con i tempi di valutazione dell’Europa.
Intanto è dal 2019 che l’Ue non approva nuove molecole. “Questo conflitto – prosegue Scaglia -, fra una richiesta di una accelerazione e tempi lunghi per una valutazione, spesso impediscono all’innovazione di arrivare, in particolare in Europa, perché gli sforzi innovativi di Syngenta trovano sbocco in tutti i Paesi nel mondo, ma non nel nostro continente che, purtroppo ha questi parametri estremamente stretti e tempi eccessivamente lunghi.
Un maggiore equilibrio aiuterebbe senz’altro a portare l’innovazione anche nei nostri Paesi, ed in Italia in particolare, per risolvere e contenere anche problematiche recenti che stanno nascendo, per l’arrivo di patogeni o insetti che stanno creando grossi problemi ad alcuni comparti dell’agricoltura” conclude Massimo Scaglia, ad Syngenta Italia.
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