ROMA – “Dobbiamo trasformare problemi epocali in opportunità, attuando soluzioni invece di limitarci alla ricerca dei colpevoli. Per questo, siamo orgogliosi di vederci affiancati al CNEL nel sostenere la necessità di valorizzare l’economia della manutenzione del territorio, indispensabile di fronte alla crisi climatica”.
Ad affermarlo è Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). D’altronde sono i dati a dimostrarne la necessità. Secondo un rapporto del Censis, infatti, negli scorsi 40 anni, il 30% dei danni provocati da eventi estremi ad imprese nell’Unione Europea si è registrato in Italia, dove il 25% delle aziende si trova in territori a rischio di frane e alluvioni.
Nel più recente biennio, il valore complessivo dei danni diretti e indiretti, causati dall’estremizzazione degli eventi meteorologici (frane, alluvioni e siccità) all’agricoltura e alla filiera agroalimentare del nostro Paese, è stimato in circa 30 miliardi di euro con conseguenze economiche, che si ripercuoteranno anche sugli anni successivi.
Tredici miliardi è l’entità dei danni causati all’agricoltura dalla siccità lungo lo Stivale nel periodo autunno 2021- estate 2023: minori rese produttive, mancata produzione, maggiore costo energetico; rappresenta circa il 10% circa del Prodotto Interno Lordo generato dal comparto.
“L’Italia – evidenzia il direttore Generale di ANBI, Massimo Gargano – sembra purtroppo accettare di vivere in bilico tra un’emergenza e l’altra, sebbene nel recente decennio la spesa pubblica per risarcire parzialmente i danni provocati da eventi naturali sia ben 10 volte superiore a quella impegnata per la prevenzione attraverso azioni di adattamento e mitigazione del rischio idrogeologico”.
“In questo quadro – aggiunge il presidente del CNEL, Brunetta – si posiziona l’indispensabile azione dei Consorzi di bonifica ed irrigazione, esempio della funzione dei corpi intermedi. Se non esistessero, in Italia bisognerebbe inventarli”.
Le conseguenze della crisi climatica accomunano ormai l’intero Pianeta. Nell’Unione Europea, in un decennio, le perdite economiche, dovute ad eventi estremi, ammontano a circa 26 miliardi di euro all’anno ed è stimato che, se l’attuale economia del Vecchio Continente venisse esposta ad un riscaldamento globale, compreso tra +1,5° e +3° sopra i livelli preindustriali, si verificherebbe una perdita economica, compresa tra 42 e 175 miliardi di euro all’anno.
Un recente rapporto di Munich-Re, una delle principali realtà assicurative mondiali, segnala che nel 2024 l’impatto dei danni da eventi naturali sul Pianeta è stato di circa 320 miliardi di dollari, cioè un terzo in più rispetto al 2023 (268 miliardi di dollari) e ben superiore alla media degli scorsi quinquenni (261 miliardi di dollari), decennio (236 miliardi di dollari) e trentennio (181 miliardi di dollari).
“Di fronte a questi scenari economicamente insostenibili – conclude il presidente di ANBI, Vincenzi – la risposta non possono essere le assicurazioni, ma gli investimenti in manutenzione del territorio come significativamente testimoniato dalla disponibilità espressa da Fondazione Enpaia ad investire in tale obbiettivo nell’ambito delle proprie strategie di sostegno a progetti di sostenibilità”.
Il valore generato dall’azione degli enti consortili, associati ad ANBI, sarà oggetto di specifiche iniziative regionali, che si terranno congiuntamente, martedì 21 gennaio prossimo lungo la Penisola, per l’Operazione Verità sulla centralità del ruolo dei Consorzi di bonifica ed irrigazione nelle azioni di adattamento e mitigazione degli effetti del cambiamento climatico.