ALICANTE – La riforma del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche segna una tappa fondamentale per il settore agricolo e agroalimentare europeo, dimostrando come l’Unione Europea, grazie a una chiara volontà politica, possa sostenere agricoltori e produttori verso sistemi sempre più resilienti e competitivi.
Negli ultimi trent’anni, l’UE ha investito in una vera e propria “politica di qualità”, basata su riforme capaci di rendere la filiera agroalimentare europea ineguagliabile a livello globale, sia per la qualità dei prodotti che per la sostenibilità dei processi produttivi. Il nuovo Regolamento rappresenta un modello unico di tutela, gestione e promozione dei prodotti legati ai territori, sinonimo di eccellenza e unicità.
Un testo unico per le produzioni di qualità, ha affermato il prof De Castro nel suo intervento, grazie a un lavoro congiunto tra Parlamento Europeo, Commissione e Consiglio, è stato creato un vero testo unico europeo sulle produzioni di qualità, introducendo novità fondamentali che renderanno il sistema più moderno ed efficace. Tra i principali pilastri della riforma:
1. Rafforzamento dei consorzi
I consorzi, cuore pulsante del sistema delle Indicazioni Geografiche, vedono ampliato il loro ruolo con nuove responsabilità, come la lotta contro le pratiche svalorizzanti e la promozione del turismo legato ai prodotti a denominazione di origine.
2. Maggiore protezione internazionale
La riforma garantisce una maggiore tutela delle Indicazioni Geografiche a livello globale, con particolare attenzione all’utilizzo online, nel sistema dei domini internet e come ingredienti. Sono inoltre state introdotte misure per chiudere le falle che permettevano lo sfruttamento indebito delle IG, anche attraverso menzioni tradizionali.
3. Semplificazione amministrativa
Viene ridotto a meno di un anno il termine massimo per l’esame, da parte della Commissione, delle richieste di registrazione o modifica dei disciplinari delle Indicazioni Geografiche, rendendo il sistema più rapido ed efficiente.
4. Sostenibilità e trasparenza
L’etichettatura dei prodotti DOP e IGP dovrà indicare obbligatoriamente il nome del produttore, accompagnata da un rapporto che evidenzi la sostenibilità ambientale, sociale ed economica del prodotto, oltre al rispetto del benessere animale.
Una riforma per il futuro delle filiere europee ha sottolineato De Castro, questa riforma rappresenta l’unico atto legislativo della scorsa legislatura a favore di un settore agroalimentare europeo più competitivo e sostenibile. Grazie alla collaborazione tra istituzioni e operatori, la normativa pone le basi per una nuova fase di sviluppo delle filiere a Indicazione Geografica, trasformandole da patrimonio di pochi Stati membri a risorsa economica, politica, culturale e sociale di tutta l’Unione.
Ora occorre un piano d’azione per un nuovo slancio
L’Europa non può fermarsi qui. Per cogliere il potenziale di crescita delle produzioni di qualità, sarà essenziale il contributo dei produttori e delle filiere. Tuttavia, l’Unione Europea dovrà fare la sua parte. In questo contesto, si attende che l’impegno del Commissario Hansen per la creazione di un piano d’azione dedicato diventi realtà, seguendo l’esempio del settore biologico.
Un piano che valorizzi il patrimonio non delocalizzabile delle IG agroalimentari e che coinvolga milioni di operatori, senza confonderlo con esperienze del tutto differenti, come quelle dei sistemi IG artigianali.
Verso un’Europa più vicina ai territori rurali
Questa riforma rappresenta un passo importante verso un’Europa che sostiene i suoi agricoltori, rafforza il legame con le aree rurali e promuove sistemi produttivi più sostenibili e competitivi. È questa l’Europa che vogliamo: vicina ai territori, ai produttori e alle comunità che costituiscono il cuore pulsante della nostra identità agroalimentare.