PORTICI (NA) – Per la seconda volta in pochi mesi dobbiamo annunciare e commentare un grave atto vandalico a danno di un campo di prova di piante modificate tramite TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita).
Questa volta l’atto è stato rivolto a viti sviluppate dai colleghi soci SIGA Prof.ssa Sara Zenoni e Prof. Mario Pezzotti, dell’Università di Verona e fondatori dello spin-off EdiVite. Le piante, messe a dimora il 30 settembre 2024 presso un’azienda sperimentale dell’Università, erano della varietà Chardonnay ed erano state editate al gene DMR6.1 con l’obiettivo di conferire resistenza a peronospora e quindi ridurre significativamente l’uso di fungicidi. I vandali hanno raggiunto, tagliato ed estirpato le piante, pur essendo la prova circoscritta e protetta secondo le norme vigenti, e sorvegliata da telecamere. Questo atto segue quello perpetrato il 20 giugno 2024 a danno della prova di riso TEA sviluppato dall’Università di Milano e modificato per resistenza a brusone.
La SIGA condanna fermamente l’atto che è non solo vandalico, ma delinquenziale e fa spregio di uno studio che ha coinvolto molti ricercatori per molti anni, causando un insensato spreco di risorse e di tempo. Gli autori di questo gesto sembrano deliberatamente ignorare che le piante TEA hanno veramente la potenzialità di migliorare la sostenibilità dei sistemi produttivi agrari.
La SIGA è vicina ai colleghi Zenoni e Pezzotti per rassicurarli e rincuorarli. Non sono certo questi atti che possono impaurirci o farci desistere dalle attività di ricerca. Al contrario, questi eventi ci stimolano a lavorare ancora più intensamente per produrre risultati scientifici, metodi sperimentali ed infine nuove varietà migliorate, anche con le tecniche TEA. Infatti, le sperimentazioni in corso con le tecniche TEA sono moltissime, in Italia come nel resto del mondo e presto molte altre saranno pronte per le prove di campo.
La normativa vigente stabilisce l’obbligo di geolocalizzazione pubblica dei campi sperimentali TEA. È tuttavia evidente che, allo stato attuale, non sia garantito ai ricercatori il diritto di svolgere la sperimentazione di campo.
Alla luce delle attuali circostanze, la SIGA ritiene che tale obbligo debba essere riconsiderato, al fine di garantire lo svolgimento delle prove di campo in condizioni di sicurezza e consentire alla ricerca pubblica di contribuire concretamente alla sostenibilità e alla tutela delle eccellenze del settore agroalimentare.
Come sempre, la SIGA si rende disponibile per confronti pubblici con i cittadini sulle applicazioni della genetica all’agricoltura, in particolare sulle nuove tecnologie TEA.