Manca manodopera, ma lavorare in agricoltura è una possibilità preziosa

PIACENZA – Reperimento della manodopera, formazione delle maestranze, attrattività del settore primario per i giovani: sono questi punti principali della riunione del consiglio direttivo dei Giovani di Confagricoltura Anga di Piacenza che si è tenuta nei giorni scorsi.

“Il problema della manodopera – evidenzia il presidente di Anga Piacenza Filippo Losi – è molto pesante e sentito perché diventa difficile fare investimenti, allargare la maglia ponderale se non si può contare sul supporto di collaboratori formati. Il nostro mestiere, da tempo, non è più semplicemente legato alla manualità nei campi. Al netto di alcuni profili base che possono essere impiegati durante i picchi lavorativi e che comunque si fa fatica a trovare, le aziende necessitano di personale con competenze specifiche che oggi non si reperiscono sul mercato.

Anga vorrebbe poter contare su un patto tra giovani per formare queste persone investendo su di loro, ma diventa difficile individuarle. Oggi il settore non è abbastanza attrattivo – spiega Losi – uno dei problemi concerne la normativa del lavoro, che mal si sposa con quelle che sono le caratteristiche del comparto primario: ad esempio, molti ragazzi che lavorano stagionalmente in agricoltura beneficiano della disoccupazione agricola per i momenti di fermo in campagna, anche se collaborano con le nostre aziende per più anni gli istituti di credito, vedendo una situazione lavorativa frammentata, non riconoscono la stabilità del lavoro e questo diventa un ostacolo allo sviluppo di piani personali e di vita.

La conseguenza è che molti ragazzi decidono di investire il loro futuro in altri settori. Anche per quanto riguarda i profili di base ci sono problematiche, perché la manodopera straniera spesso ha bisogno di supporti: non comprende la lingua e non è in grado di muoversi autonomamente sul territorio. I giovani imprenditori che vogliono sviluppare le aziende si trovano così di fronte ai problemi specifici dell’impresa a cui si aggiungono queste criticità, che sono di fatto criticità sociali per risolvere le quali occorrerebbe quantomeno un percorso che coinvolga anche altri attori”.

Durante il Consiglio si è inoltre parlato di Europa, delle politiche green che continuano a limitare le potenzialità dell’agricoltura, soprattutto per quanto riguarda le produzioni rendendole imprese poco competitive.

“Le continue e progressive esclusioni all’impiego dei principi attivi, soprattutto nei diserbi – precisa Losi – costituiscono una problematica comune a quasi tutte le colture e peggiorano anno dopo anno una situazione che ci vede ormai incapaci di controllare le infestazioni da malerbe, in certi casi con danni che si protraggono per anni. Occorrono quanto prima nuove molecole o nuove tecniche”. In ultima analisi si sono passati in rassegna i bandi aperti di interesse per i giovani, in particolare il cosiddetto Pacchetto Giovani: strumenti ben noti e fondamentali per aiutare i giovani ad insediarsi in azienda o a crearne una nuova. Concludendo, in tema di formazione, sono stati passati in rassegna alcuni temi che saranno a breve oggetto di seminari specifici per i giovani imprenditori.

“Il nostro mestiere è bellissimo – conclude Losi – dobbiamo fare sì che possa essere più attrattivo per le giovani generazioni. In agricoltura si può avere un futuro e si può pensare ad un domani migliore di oggi. Il nostro mestiere conserva ancora quella progettualità positiva che le nuove generazioni oggi vanno cercando, spesso senza risposta”.

 

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