ROMA – Dalla Commissione Ue arriva un importante cambio di passo, con una visione dell’agricoltura europea non più condizionata dall’ideologia, ma occorre garantire l’autonomia del bilancio della Pac se vogliamo davvero salvaguardare il futuro della produzione alimentare nell’Unione.
È la posizione di Coldiretti e Filiera Italia in merito alla presentazione del documento da parte dell’esecutivo con le linee guida per lo sviluppo del settore.
Finalmente la Commissione smette di fare pura ideologia e riconosce come fondamentali alcuni obiettivi portati avanti dalla Coldiretti con le mobilitazioni a Bruxelles quali sostegno al reddito dei veri agricoltori a partire dai più giovani, obbligono dell’origine in etichetta con indicazione del Paese, reciprocità negli accordi commerciali, controlli più efficaci alle frontiere europee, potenziamento del contrasto alle pratiche sleali, rilancio dell’importanza delle produzioni zootecniche e di modelli di economia circolare anche attraverso il digestato, e per la prima volta seppur ancora in maniera generica, il tema allarmante del consumo crescente di cibi ultraformulati e non naturali.
Inoltre, come più volte richiesto da Coldiretti e Filiera Italia, assicurare un utilizzo sostenibile di agrofarmaci senza restrizioni in assenza di alternative. Allo stesso tempo, significativo anche il passaggio sulle Tea.
“Non possiamo che valutare positivamente il cambio di approccio che il Commissario Hansen ed il Vice presidente Fitto introducono in questa nuova visione strategica recependo di fatto molte delle istanze da sempre proprie della nostra organizzazione ma rese più urgenti dall’attuale contesto socio-economico – sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Ovviamente alle parole ed alle intenzioni dovranno ora seguire fatti e proposte concrete a cominciare dall’annunciata semplificazione che faccia una volta per tutte della Pac un vero sostegno al reddito di chi produce. Come Coldiretti vigileremo affinché ciò accada e che le ormai non rinviabili risposte ad un mondo agricolo in difficoltà arrivino”.
“Bene la correzione di rotta ed i nuovi obiettivi ma tutto ciò rischia non essere attuabilesenza un budget adeguato e dedicato con cui realizzarli – rileva il segretario generale della Coldiretti Vincenzo Gesmundo -. A questo proposito come Coldiretti siamo fortemente contrari all’ipotesi che circola ormai da tempo, pur senza essere mai stata ufficializzata, che prevede l’unificazione dei fondi Pac con quelli della coesione da gestire in maniera estremamente flessibile da parte del singolo stato membro. Tale ‘despecializzazione’ delle risorse finanziare destinate al settore agricolo potrebbe rappresentare infatti l’anticamera, nel breve medio periodo, per un trasferimento di queste risorse ad altri settori e quindi la fine della Politica agricola comune. Inoltre, appare incerta, in questa ipotesi, la collocazione finanziaria dei Pagamenti Diretti che ricordiamo oggi ammontano a circa il 70% del bilancio Pac. Contro tale ipotesi Coldiretti metterà in campo ogni possibile azione anche per rafforzare il ruolo degli agricoltori come custodi dell’ambiente”.
“La maggiore trasparenza per l’informazione al consumatore, regole più eque nella competizione internazionale attraverso il principio di reciprocità ed un rilancio della promozione quale strumento per la conquista di mercati esteri sono obiettivi che avranno ricadute positive sull’intera filiera agroalimentare e sui consumatori europei – rileva Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia -. In un momento in cui l’unione europea deve tornare protagonista in un contesto geopolitico complesso, la sicurezza alimentare diventa una assoluta priorità. Per tale obiettivo è fondamentale che la produzione agricola europea possa contare su risorse adeguate indispensabili anche ad assicurare al consumatore prodotti alimentari di qualità ad un prezzo accessibile”.