ROMA – “Prendiamo atto della grande attenzione manifestata dal governo nei confronti dell’annosa problematica della Xylella fastidiosa, che da ormai dieci anni sta flagellando il comparto olivicolo pugliese, e condividiamo pienamente la necessità di continuare a lavorare per elaborare un nuovo piano di contrasto al batterio che assicuri contestualmente la rigenerazione del settore”.
Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo oggi al Masaf alla riunione del Tavolo Xylella, convocata dal sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra e presieduta dal responsabile del dicastero Francesco Lollobrigida.
“In tale ottica, è del tutto positivo lo stanziamento di ulteriori 30 milioni di euro, previsto dal cosiddetto ‘DL Agricoltura’, per investire sul recupero del potenziale produttivo delle aree colpite, sostenendo le fondamentali attività di riconversione o reimpianto di varietà resistenti”, ha affermato il direttore della Copagri Puglia Alfonso Guerra, che ha partecipato ai lavori insieme al presidente Michele Palermo.
“Ora diventa fondamentale puntare sulla rapidità di spesa, così da scongiurare il rischio che la burocrazia e la poca semplificazione facciano più danni della Xylella stessa; servono, inoltre, maggiore chiarezza e trasparenza, soprattutto da parte della Regione Puglia, per evitare che si ripeta quanto già accaduto con i 300 milioni di euro previsti dal Piano straordinario per la rigenerazione olivicola del 2020, dei quali non esistono dati certi in termini di spesa, se non per quanto concerne i 120 milioni di euro relativi alle indennità compensative per il quadriennio 2016-19”, ha rimarcato il direttore della Copagri Puglia.
“Lo stanziamento del 2020 era stato pensato in un momento in cui l’estensione della fitopatia era decisamente più contenuta ed è del tutto evidente, quindi, che tale somma non possa più essere sufficiente, considerata la dimensione del territorio colpito e l’elevato numero di aziende coinvolte”, ha aggiunto Guerra, evidenziando che “in ogni caso, come giustamente affermato dal sottosegretario, la necessità di reperire ulteriori risorse va preceduta da una puntuale armonizzazione degli interventi e, soprattutto, dalla messa in campo di una banca dati che renda trasparenti e verificabili le misure finanziate e il loro impatto”.
“In altre parole, bisogna passare da una gestione emergenziale a una visione che preveda misure strutturali, puntando sul confronto e sulla concertazione tra tutti gli attori interessati, come sembra si sia cominciato a fare già oggi, con il fondamentale coinvolgimento dei ministeri della Salute e dell’Ambiente, del mondo della ricerca e della struttura commissariale per l’emergenza idrica”, ha concluso il direttore.
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